Per il compleanno Livio Felluga, vignaiolo in Friuli, ha ricevuto in regalo un museo, per la precisione il Vigne Museum. Certo il compleanno è importante: 100 anni si festeggiano con tutti i crismi. Livio Felluga, padre indiscusso dell'enologia friulana, negli Anni 50 ha trasformato le colline abbandonate dai contadini per il lavoro in fabbrica in terreni generosi. A Brazzano ha costruito la cantina e a Rosazzo, in collina, ha messo i primi impianti e delle buone viti, ha piantato Tocai, Pinot e Merlot.
Domani, 20 settembre, Livio sarà festeggiato con un museo, un evento e un vino bianco, il 100, in edizione limitata creato in suo onore. All’Abbazia di Rosazzo aprirà la giornata il convegno “Arte e Impresa a tutela del paesaggio rurale”. Quindi sarà presentato il Vigne Museum, ultimo progetto artistico firmato da Yona Friedman & Jean-Baptiste Decavèle (artista uno e architetto l'altro). Un’architettura sperimentale ambiziosa, un museo senza porte dal libero accesso. “Il Vigne Museum rappresenta l'architettura della trasparenza. Vi si può vedere attraverso senza interruzioni. Regala uno sguardo aperto che abbraccia il paesaggio e il cielo con una molteplicità di punti di vista” lo definisce così Decavèle. Sarà infatti uno spazio aperto, realizzato con cerchi metallici saldati fra loro e dalla collina sulla quale verrà installato si avrà una visione a 360°, dalla Slovenia all'Austria fino al Mare Adriatico. Un’installazione al momento nuda, ma che nel tempo si coprirà di tralci di vite e interagirà con la natura stessa diventando parte indissolubile del paesaggio. Ma Felluga non è l'unico viticoltore-mecenate con un occhio attento al mondo dell'arte.
A pochi chilometri dalla sua tenuta, sull'isola di Mazzorbo Burano nel cuore della Laguna di Venezia, la famosa famiglia del Prosecco Bisol ha recuperato un'antica vigna murata dove è stata piantata la Dorona, storico vitigno autoctono coltivato fin dal XV secolo. Da qui nasce Venissa, un vino bianco da collezione tra i più costosi al mondo. Ed è qui che la famiglia Bisol ospita da sempre imperdibili mostre d'arte. Fino al 23 settembre si potrà visitare la personale dell'artista Angelo Molin “Burano tavolozza policroma sulla Venezia Nativa”, alla quale verranno affiancati quadri di artisti esponenti della pittura buranella. Quindi, in occasione della Biennale di Architettura di Venezia, Il 27 settembre verrà inaugurata la mostra “Artbags in Venice” dell'artista Luciano Bobba. Un reportage fotografico dedicato agli spettatori della 55° Esposizione d'arte contemporanea di Venezia 2013, ripresi con le loro coloratissime shopping bag. L'esposizione sarà composta da opere di grande formato create dall'artista in un'installazione di 28 Artbags.
Il potere dell'arte al di fuori degli spazi asettici espositivi ha conquistato anche Enrico Sgorbati dell'azienda vinicola Torre Fornello, in Val Tidone, sulle splendide colline del piacentino. Qui grandi installazioni si integrano in modo armonico con i vigneti curatissimi. Da quasi un decennio Enrico Sgorbati ospita nella sua tenuta eventi d'arte contemporanea. Artisti affermati o giovani emergenti hanno realizzato opere che sono diventate installazioni permanenti perfettamente inserite nel paesaggio circostante. Rivolta verso i vigneti, su un terrazzamento, spunta la Panchina Vite di Cristina Show; nella sala degustazione si trova la tela di William Xerra e nelle cantine dell'azienda l'opera del giovane cinese Zhang Qi Kai. Hanno lasciato suggestive opere en plein air artisti come Giuliano Mauri e Alberto Gianfreda, Franco Vaccari, Alberta Pellacani, Marcel Alocco e Martin Miguel; sul terrazzamento rivolto a est ecco “Il lento fermento del vento” di Renato Jaime Morganti, opera composta da canne in plexiglas che trasformano il vento in note musicali. Anche gli studenti dell'Accademia di Brera si sono cimentati tra i vigneti durante il ciclo di workshop “La Vigna delle Arti”, progetto culturale promosso da Enrico Sgorbati.
Ma il poliedrico Enrico Sgorbati non si ferma qui: da quattro anni sostiene “Gioielli in fermento”, concorso internazionale sul gioiello contemporaneo ispirato al pianeta vino e al suo terroir. Quest’anno Sgorbati, Gualtiero Marchesi, ospite d’eccezione, e una giuria internazionale ha assegnato il primo premio ex aequo a Liana Pattihis per la collana Flow-Fileri e a Olivia Monti Arduini per la collana Cesta. Le loro collezioni saranno esposte a Joya International Art Jewellery Fair a Barcellona, dal 9 al 11 ottobre.
Decisamente più a sud, a Lipari, la Tenuta di Castellaro, di proprietà del manager bergamasco Massimo Lentsch, ha voluto legare il vino all’arte destinando spazi e ambienti a installazioni permanenti. Affidata all’artista Luigi Radici la progettazione della recinzione esterna e dell’ingresso alla cantina d’ispirazione africana, realizzata in acciaio cor-ten. Sempre di Radici, sulla parete esterna, la scultura policroma in acciaio “Sei sicuro di tutto questo sole?” e all’ingresso della barricaia l’opera in legno e ferro “Potresti salire più in alto”. Il percorso artistico della Tenuta di Castellaro non è che all’inizio: altri artisti verranno coinvolti con progetti mirati e finalizzati al sito della tenuta. Su queste colline i filari di vite si affacciano direttamente sul mare, e la vista mozzafiato spazia su tutto l’arcipelago delle Eolie. Questa è l’opera d’arte più grande, dono della natura stessa, da celebrare con degustazioni in vigna al tramonto accompagnate da specialità eoliane preparate da chef locali.
Gli appassionati d’arte e di enologia troveranno in tutta Italia tante altre importanti case vinicole che scelgono di valorizzare il proprio terroir con l’arte contemporanea. Gli italiani amano l’arte. Gli italiani amano il vino. Per la proprietà transitiva... gli italiani amano l’arte nelle vigne.
Monica Pilotto
19 settembre 2014