Il suo nome sembra provenire da Vipacco, oggi in Slovenia (Vitovlje), dove quest'uva è presente da tempo immemore. Un vino "di confine" è una scoperta continua per naso e palato
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Esistono poche uve che caratterizzano un territorio quanto la Vitovska il Carso. Gli studi di genetica ampelografica indicano che l’origine sarebbe la valle del Vipacco, dove si trova anche il villaggio di Vittuglie (Vitovlje), nell’attuale Slovenia: il nome del villaggio e del vitigno si confondono uno nell’altro. La diffusione della Vitovska è infatti limitata a quel lembo di territorio di roccia bianca e siccitosa dove spesso imperversa la bora.
“In effetti il Carso possiede un microclima totalmente diverso dal resto della regione Friuli Venezia Giulia: le estati sono torride e gli inverni gelidi” spiega Beniamino Zidarich, che iniziò nel 1988 a produrre vino sui 4000 mq di famiglia e oggi coltiva circa 10 ettari, alcuni dei quali dedicati a questo vitigno. I migliori produttori del Carso lavorano con alta densità d’impianto, bassissime rese e grande cura nel lavoro in cantina. La Vitovska di Zidarich fermenta con lieviti autoctoni e macera sulle bucce con numerose follature giornaliere. Riposa 2 anni in botte grande, prima di essere imbottigliata senza filtrature. Un vino affascinante, in cui gli aromi fruttati si fondono con incisiva sapidità su note di pietra focaia. “La Vitovska è un vitigno che si presta bene per ottenere vini macerati”, che si conseguono mantenendo per più giorni le bucce sul mosto, come per i vini rossi, “esaltando i profumi di salmastro e minerali” racconta nella sua cantina: quattro piani e cunicoli scavati nella roccia riutilizzando materiale portato alla luce dagli sterri. Di nuovo in superficie, dalla terrazza accanto alla sala degustazione di Duino Aurisina, lo sguardo si perde sul Golfo di Trieste (zidarich.it).
Anche dal giardino di Martin Merlak a San Dorligo della Valle si scorge il golfo. “La produzione di Vitovska e degli altri vini, tutti locali come il Terrano e la Malvasia istriana, è ottenuta con lieviti indigeni, senza filtrazioni e stabilizzazioni”. Gli interventi ridotti al minimo sono possibili perché l’uva raccolta non ha imperfezioni. È inoltre figlia di pratiche che evitano l’uso di diserbanti e insetticidi. Martin e il padre Denis vinificano dal 2010 e hanno aperto l’osmiza, una sorta di osteria aperta un giorno per ogni sessanta litri di vino prodotto fino ad un massimo di sessanta giorni l’anno. Con il salame di casa è proprio la Vitovska il bicchiere che meglio si accoppia grazie alle spiccate note iodate che accompagnano i profumi di fienagione e di pesca bianca (merlak.it).
Accuratezza nella scelta delle uve, lieviti spontanei e lungo affinamento in botti grandi sono i tre pilastri su cui è costruito l’impianto enoico di Boris Pernarcic. La sua Vitovska presenta colore dorato, aromi fruttati e palato secco. Anche qui funziona l’osmiza per un piatto di formaggi e prosciutto di casa, tanto buono da meritarsi pagana devozione. A disposizione dei clienti 4 camere (fruske.com).
Per conoscere meglio il vitigno i produttori di Vitovska organizzano in estate nel castello di Duino con Mare e Vitovska: durante il fine settimana si possono provare le diverse sfumature e alcuni artigiani di specialità locali (mareevitovska.eu).