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Tour tra le colline del Valdobbiadene Docg

ViniBere beneTour tra le colline del Valdobbiadene Docg

Alla scoperta di un territorio patrimonio Unesco: dalle degustazioni presso l'azienda Foss Marai, tempio degli spumanti d'autore, alle passeggiate tra vigneti “eroici”

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A nord di Treviso, la zona del Valdobbiadene Docg è un incanto bucolico: colline “a panettone”, forma che rivela la loro origine glaciale, dove l'intervento della mano dell'uomo, preponderante,  ha creato, nel corso dei secoli, un paesaggio agrario definito “a mosaico”: ordinati appezzamenti vitati si intervallano al bosco, creando un puzzle di tonalità verdi. Qui la vite cresce aggrappata a terreni scoscesi, con pendenze che possono superare il 50%, e costringe i viticoltori a vendemmie eroiche. I grappoli, infatti, possono essere raccolti solo a mano, perché i cosiddetti “ciglioni” -  pendii di terra, senza ricorrere all'uso di sostegni di pietra, come si fa altrove per creare i terrazzamenti – non possono essere percorsi da mezzi meccanici.

Un territorio da esplorare
Per le caratteristiche di questo scenario unico, dal 2019  le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene fanno parte del patrimonio Unesco come paesaggio culturale. Da esplorare a ritmo lento, con facili camminate a piedi, oppure con percorsi più impegnativi:  oltre 400 km di sentieri, da percorrere attraverso 39 itinerari descritti da Giovanni Carraro – grande appassionato di montagna e scrittore di guide, nonché referente escursionistico dell’Associazione per il patrimonio delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene Unesco – nel volume “ Alla scoperta delle Colline del Prosecco”. Un 40esimo itinerario, “Alla scoperta delle Colline del Prosecco”, per un totale di 51 km con quattro tappe, è stato ufficialmente l'8 luglio. I tracciati GPS sono anche scaricabili dal sito collineconeglianovaldobbiadene.it

Un'azienda che promuove il territorio
La guida di Carraro arriva come la manna, perché la “core zone” del Valdobbiadene, ovvero il cuore del sito Unesco, è ancora poco esplorata dall'enoturismo. “Bisogna far crescere e divulgare la conoscenza del territorio, solo così le imprese possono crescere” afferma Carlo Biasiotto, fondatore con la moglie Adriana dell'azienda vitivinicola Foss Marai,  con sede a Guia, specializzata nella produzione di spumanti italiani d’alta gamma ottenuti con metodo Charmat. I coniugi Biasiotto sono convinti della necessità  di far conoscere il  territorio e ne diventano il motore delle valenze storiche e culturali, coinvolgendo altri attori come, appunto, Giovanni Carraro, oltre a talentuosi ristoratori e, non ultima, la Scuola Enologica di Conegliano. Fondata nel 1876, prima in Italia, “ha formato enotecnici che poi hanno girato il mondo, divulgando la nostra cultura enologica” racconta Adriana Biasiotto. Qui negli anni Trenta il ricercatore Luigi Manzoni sperimentò nuovi incroci di uve, tra cui il vitigno 6-0-13, più conosciuto come “Manzoni bianco”, oggi coltivato in Veneto e su tutto il territorio nazionale.

Uno spirito rock
Proprio sui banchi della Scuola Enologica di Conegliano si incontrarono Adriana, figlia dell'allora preside Aurelio Moretti, e Carlo Biasiotto, con una tradizione familiare nel mondo del vino. Nonostante gli studi e il forte legame con l'enologia, negli anni Settanta Adriana e Carlo Biasiotto intrapresero un'attività nel campo della moda “giovane”, salvo poi lasciarla e prendere in mano l'attività di famiglia.
Sarà per via dell'excursus nell'industria dei jeans. Sarà perché Carlo Biasiotto confessa che da giovane schitarrava le hit dei Rolling Stones e di Jimi Hendrix. Fatto sta che, dalla fondazione di Foss Marai nel 1986, l'approccio dell'azienda è sempre stato innovativo e fuori dal coro, in puro stile rock. A partire dall'ideazione dell'ardita, panciuta bottiglia-gioiello “millerighe”, brevettata nei primi anni Novanta e ispirata a un vaso di Murano, vincitrice di premi mondiali per packaging e design. Per non parlare della scenografica cantina, modernissima architettura con campate in legno che vogliono rappresentare gli archetti delle viti. Ma Foss Marai non si limita a stile e design. Qualcuno ricorderà i celebri monologhi in Tv di Adriano Celentano, quando sosteneva l'ossimoro “chi ha fretta è lento, chi sa aspettare è rock”. Ebbene, Foss Marai ne ha fatto addirittura il proprio manifesto: “leniter in itinere”, latinismo che sta per “lentamente in viaggio”.

La lentezza come scelta
Foss Marai è una delle rarissime aziende vitivinicole rimaste che, per la fermentazione dei suoi spumanti, non utilizza i lieviti “pronti all’uso” disponibili sul mercato, come avviene nella maggior parte delle cantine,  ma unicamente lieviti propri, autoctoni e naturali, estratti dalle bucce di uve della zona, frutto di oltre 35 anni di studi e sperimentazioni per mettere a punto un vino unico per gusto, microdiversità dei profumi e risultato finale. Ogni etichetta Foss Marai è prodotta con un lievito appositamente selezionato. Come il Sant'Antonio, utilizzato per il nuovissimo Marai de Marai Ultrabrut, presentato allo scorso Vinitaly. Ma esistono oltre 30 ceppi ricavati da uve della zona più vocate. Dall’impiego dei lieviti si ottengono campionature di prodotto che sono soggette al severo giudizio del club dei Saggi, gruppo di esperti enologi che si dedica a migliorare costantemente la tecnica del metodo Charmat e, dopo prove sensoriali e degustazioni alla cieca, dà l'ok per  l’idoneità di prodotti eccellenti. Perché a casa Biasiotto l’approccio qualitativo è una condizione imprescindibile che viene prima di tutto: per questo,  ha scelto di destinare la propria produzione esclusivamente a ristoranti ed enoteche (il cosiddetto  canale Ho.Re.Ca), senza cedere ai grandi numeri richiesti dalla Grande Distribuzione Organizzata.

Foss Marai Spumanti Valdobbiadene
Strada di Guia 109, 31040 Guia di Valdobbiadene (TV)
Tel. 0423 900560
www.fossmarai.com

Paola Mancuso
luglio 2023

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