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Storia moderna del vino italiano

ViniConoscere il vinoStoria moderna del vino italiano

Un'evoluzione non solo tecnica, ma anche uno specchio dei cambiamenti della società

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La storia del vino italiano è intimamente connessa all'evoluzione sociale ed economica del nostro Paese, in un racconto che ci porta attraverso decenni di trasformazioni e innovazioni. Esiste una correlazione importante tra la storia economico-culturale d’Italia e quella del comparto enoico, con la prima a disegnare le tendenze e cambiare la concezione stessa del vino come prodotto. Per capire meglio questo  affascinante percorso dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, quando il vino era considerato prima di tutto un alimento, quasi una medicina, più sicuro dell'acqua e fonte di energia per chi lavorava nei campi.

L'arrivo del vino in bottiglia

Tutto cambiò con il Boom Economico del dopoguerra. L'Italia si trasformava, le persone lasciavano le campagne per trasferirsi in città, e con loro cambiava anche il modo di vedere e apprezzare il vino. Nacque così l’esigenza di un prodotto nuovo: non più semplice sostentamento, ma bevanda da gustare, da abbinare ai pasti, da condividere nei momenti di svago, in linea con i bisogni di una popolazione fatta sempre meno di contadini e sempre più di operai e impiegati di ufficio. I consumi pro-capite diminuirono, ma aumentò la ricerca della qualità. Gli anni '60 segnarono una svolta importante, con l'arrivo del vino in bottiglia e la sottoscrizione della legge n. 930 sulle Denominazioni di Origine firmata nel 1963. Nel volgere di tre anni assistiamo, infatti, alla nascita della prime 4 Doc italiane: la Vernaccia di San Gimignano, l'Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, l'Ischia e il Frascati aprirono la strada a molte altre denominazioni.

La rivoluzione degli standard qualitativi

Ma non tutti erano d'accordo con le nuove regole. In particolare, nel Chianti Classico, le cantine storiche non riconobbero nei disciplinari una formula per la qualità, obiettivo che ormai aveva scalzato la quantità. Fu l’enologo Enzo Morganti, firmando il primo Vigorello di San Felice nel 1968 – il primo di quei vini che la stampa anglosassone ribattezzò “Supertuscan” – a dare il via a una vera e propria rivoluzione, figlia di quello sviluppo delle tecniche e delle competenze enologiche che portarono il mercato e i loro protagonisti verso standard qualitativi sempre più elevati. Fondamentali in questo senso furono le grandi famiglie del vino italiano: forti delle loro risorse economiche, poterono permettersi il rischio di immettere sul mercato bottiglie declassate a Vino da Tavola (per la nascita degli IGP dobbiamo attendere gli anni ’90) con un prezzo superiore a quello di un vino DOC, sfidando il sistema creando vini fuori dalle denominazioni tradizionali. Dobbiamo a loro la nascita di etichette leggendarie come il Sassicaia (1968), il Tignanello (1970) e il Solaia (1987), tutti firmati dal geniale enologo Giacomo Tachis.

Menzioni Geografiche Aggiuntive

Nelle Langhe, intanto, si stava scrivendo una pagina altrettanto importante. Renato Ratti iniziava a compiere uno studio quanto mai contemporaneo con la prima mappatura delle zone vocazionali e "cru" del territorio, quelle che oggi chiamiamo Menzioni Geografiche Aggiuntive. Un percorso verso la modernità che troverà compimento con Elio Altare e i "Barolo Boys", ai quali si deve l’intuizione rivoluzionaria di affiancare alle macerazioni brevi l’impiego di barrique francesi al posto delle tradizionali botti grandi.

Anni '80

Gli anni '80 furono un periodo di luci e ombre. Da un lato, grazie a personaggi come Mario Soldati e Luigi Veronelli, crebbe l'apprezzamento per il vino di qualità. Dall'altro lo scandalo del "vino al metanolo" del 1986, che causò vittime e danni gravissimi a causa del vino adulterato dall’aggiunta di metanolo per elevarne il grado alcolico, scosse profondamente l’intero settore. Una tragedia che spinse il mondo del vino a rinnovarsi ancora una volta, puntando sulla qualità e l’aspetto edonistico.

Anni '90

Negli anni '90, il vino italiano imboccò una nuova strada. Il progresso delle pratiche enologiche e delle tecnologie disponibili diedero al vino italiano una nuova direzione, sfociata a volte in un’estremizzazione del suo potenziale. In questi anni i vini si fecero sempre più opulenti, concentrati e strutturati tanto nei rossi quanto nei bianchi barricati: sono vini in linea con quello che volevano i consumatori, sempre più interessati a capire e apprezzare il vino, tanto da far nascere le prime associazioni di cultura enologica.

Un nuovo cambiamento

Oggi assistiamo a un nuovo cambiamento, anche se di senso completamento opposto, che ha portato alla nascita dei “vini naturali”. Così come l’abbondanza e l’opulenza facevano negli anni Novanta, oggi la diffusione degli orange wine, dei vini biodinamici, a fermentazione spontanea e senza solfiti risponde alle richieste di chi cerca vini meno costruiti possibile, con pochi interventi in cantina, seguendo il corso della natura. Al tempo stesso, forse influenzata da una società sempre in movimento e che non ha più tempo per le attese, è aumentata la richiesta di una “pronta beva” anche in prodotti che per loro natura stentano a concederla, come il Sagrantino e il Nebbiolo. Una vera sfida per enologi e produttori, che, come equilibristi, devono ricercare il giusto compromesso tra richieste di mercato ed identità dei loro vini.

La cosa più affascinante è osservare come questa evoluzione non sia stata solo tecnica, ma anche uno specchio dei cambiamenti della società. Nel bicchiere di vino che accompagna i nostri momenti speciali, cerchiamo qualcosa che parli di noi, delle nostre aspirazioni, del mondo in cui viviamo o vorremmo vivere. È questa la vera magia del vino italiano: sa raccontare non solo la storia della terra da cui nasce, ma anche quella di chi lo produce e lo beve.

Letizia Porcini,
gennaio 2024

Letizia Porcini
Letizia Porcini

Letizia Porcini è Esperta Assaggiatrice ONAV, Wine Educator e redattrice per guide e riviste di settore

Letizia Porcini è Esperta Assaggiatrice ONAV, Wine Educator e redattrice per guide e riviste di settore

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