Tempo. Per quanto ineluttabile, c’è chi si arrovella per fermarlo, o quantomeno rallentarlo, con ogni mezzo possibile. Poi c’è lui, il vino che, al contrario, benedice il suo incedere. Ne trae potenza, bellezza, saggezza, equilibrio. E valore. Ma andiamo in ordine. Anzitutto è bene fare chiarezza in merito ai termini invecchiamento e affinamento (anche se l’enologia «moderna» oggi tende a sovrapporli). A voler essere precisi, si può affermare che per invecchiamento si intende il processo di maturazione del vino che, solitamente, avviene in botti o vasche (vedremo più avanti quali), mentre l’affinamento è la fase finale della maturazione, ovvero quella che il nettare trascorre in bottiglia, quindi vetro, prima di essere immesso sul mercato. Per l’invecchiamento, i produttori hanno a disposizione diverse tipologie di «contenitori»: vasche di acciaio, vetroresina o cemento, botti grandi o botti piccole con doghe di legno.
Vasche
Le vasche d’acciaio, cemento e vetroresina sono contenitori neutri. Inerti non rilasciano sostanze, non cedono aromi al vino. In generale si utilizzano per i vini giovani e beverini, in una parola, pronti. Vini che non necessitano particolari evoluzioni.
Botti
Diverso, e molto più complesso, è il discorso relativo alle botti, dove peraltro la scelta di un legno al posto di un altro fa la differenza. Qui, come sempre, cercheremo di rendere il tema comprensibile anche a chi non è esperto. Intanto le botti possono essere, come si diceva, di diversa misura, più grandi e più piccole. Le prime di solito sono assemblate con doghe di rovere, talvolta anche castagno, hanno una capacità di 10 ettolitri e sono generalmente riservate all’invecchiamento di vini importanti come il Barolo o il Brunello. Non è una regola matematica, sia chiaro. Ci sono infatti produttori che vi preferiscono le cosiddette barrique, ovvero le botti più piccole con una capacità di 225 litri, per lo più assemblate con doghe di rovere francese, preventivamente stagionate e tostate che rilasciano al vino profili aromatici caratteristici e i famosi tannini. Mai sentito parlare di vino barricato? Appunto.
LE PAROLE DEL VINO
ALLAPPANTE: si dice di un vino che rilascia una sensazione di astringenza, percepita soprattutto tra i denti, a causa di un’elevata acidità ed elevati tannini.
IMMATURO: di dice di un vino che non ha raggiunto una giusta maturazione, che necessita dunque di un miglior affinamento
OSSIDATO: si dice di un vino alterato nel colore e nell’odore a causa di un eccessivo contatto con l’ossigeno.
RISERVA: è il termine con cui si indica (in etichetta) un vino che ha subito un affinamento più prolungato della sua versione base.
VINOSO: si dice di un vino giovane, quindi non invecchiato, che ricorda l’odore del mosto
Chiara Risolo
febbraio 2023