È uno dei grandi vini della tradizione enologica piemontese. Adatto a piatti importanti e di peso, va a nozze con
arrosti e umidi. Ma non solo. Intenso nei colori e nei profumi persistenti di frutta e fiori, ha un gusto secco, con leggera acidità, caratterizzato da un corpo ampio.
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Un buon bicchiere di vino per accompagnare un pasto importante in compagnia dei vostri migliori amici o per accendere il brio ad una serata romantica, ma se va male, anche per dimenticarsela questa serata romantica. Insomma al vino non si dice mai di no. Indipendentemente dall'occasione. Uno tra i tanti? Il Nebbiolo. Ma perché si chiama così? I latini dicevano "homen omen", "di nome e di fatto", perché pensavano che all'interno del nome fossero racchiuse le caratteristiche del proprietario. È il caso di molti vini vitigni, tra cui anche il Nebbiolo. Utilizzato per la prima volta nel lontano 1200 e secondo una prima corrente di pensiero, deriverebbe dal latino nobilis (nobile), perché le sue uve sarebbero utilizzati per produrre vini prestigiosi, aristocratici. Altri invece sostengono che il suo nome possa derivare dalla parola nebula (nebbia), infatti la vendemmia delle sue uve avviene proprio all'alba delle prime nebbie autonnali. L'allusione alla nebbia? Forse è questa l'ipotesi più convincente. Il Nebbiolo è tra i più celebrati in Italia e nel mondo, è il maggiore vitigno del Piemonte. Regala un vino pregiato prodotto con uvaggio di Barolo e Barbaresco. Il Barolo è considerato il re dei vini rossi italiani, una delle migliori espressioni dell'enologia mondiale mentre il Barbaresco è sempre molto strutturato e longevo, anche se con un paio di anni in meno rispetto al suo fratello. La struttura è più morbida, giovanile ma ha sempre quel nerbo tannico del grande vino. Il Nebbiolo è molto esigente e pretenzioso infatti ama la collina, il fresco, ma anche il sole. Germoglia presto e matura tardi, dalla seconda metà di ottobre in poi. È sensibile ai primi freddi e alle gelate primaverili, tuttavia le escursioni termiche tra il giorno e la notte precedenti la vendemmia lo aiutano a fissare i suoi eleganti aromi varietali. A lui son sempre destinate non solo le migliori esposizioni ovvero sud-est sud sud-ovest, ma anche i migliori appezzamenti. Se giovane, si presenta color rubino, ma vira velocemente al granato-aranciato, è consistente ma trasparente. Il suo profumo ricorda la frutta e i fiori. Al naso emana questo odore intenso, ma sicuramente piacevolissimo.
Come abbinare il Nebbiolo Sicuramente con i piatti della cucina tradizionale piemontese come gli agnolotti del plin, una polenta al tartufo, dei tajierin ai funghi porcini, un brasato, dell’ottimo Castelmagno. Si adatta però anche ad antipasti di affettati e formaggi. Poi carni di manzo, maiale e pollo e anche se è molto saporito risulta un buon accompagnamento per primi piatti come i risotti, pasta e le lasagne. Ovviamente è ottimo anche da solo, sorso dopo sorse. E via alle danze.