Dire Friuli e pensare a grandi vini è tutt’uno. Friulano e Malvasia, Pinot Grigio e Verduzzo, Refosco dal Peduncolo Rosso e Cabernet Franc, nomi stranoti agli amanti del berebene, sono i più efficaci testimonial del vigneto Friuli. Terra di grandi bianchi e di rossi superbi, questa: merito della composizione dei suoli, dicono gli esperti, e di un microclima favorevole alla crescita e alla maturazione di grappoli comme il faut. Ma merito anche della sapienza di chi in questa terra fa vino da secoli. Ad Aquileia&dintorni, ci fa sapere Plinio il Vecchio, si produceva un vino, il Pucinum, che era tra i più graditi da Ottaviano Augusto. Anche oggi, però, non si scherza in fatto di vino e di qualità e a difendere e proteggere i vini friulani pensano Consorzi di Tutela che svolgono attività di promozione valorizzazione delle DOC.
Uno di questi è il Consorzio Volontario di Tutela della DOC Friuli Aquileia, nato una cinquantina di anni fa da un piccolo gruppo di produttori, che avevano vigneti e cantine in una fascia stretta e lunga che partiva dalla Laguna di Grado e si estendeva verso l’interno, comprendendo borghi e villaggi suggestivi e magici.
Storia e storie si incontrano lungo il terroir della DOC e se, per esempio, Aquileia, un paio di millenni fa era una delle più grandi città dell’Impero Romano e oggi è bene di eccezionale valore, tanto da essere stata inserita dall’UNESCO nella sua World Heritage List, Palmanova è una città-fortezza gioiello dalla forma a stella, conservatasi miracolosamente intatta dai tempi della Repubblica di Venezia e Clauiano, uno dei Borghi più belli d’Italia, regala un incontro ravvicinato con le tipiche architetture friulane fatte di pietre e sassi, ampi portici, giardini segreti.
Lungo questo affascinante percorso, come ci si aspetta, si incontrano in piccole boutique wineries e grandi cantine, vignerons d’assalto e vignaioli super titolati che promuovono con entusiasmo i loro prodotti. I risultati? Tutti da provare in un Grand Tour che regala emozioni forti: tra arte, storia e habitat diversissimi, eno-appassionati e seguaci della food culture trovano il loro piccolo eden nei vigneti distesi nella quieta campagna friulana.
Già, ma cosa si beve nel territorio della DOC Aquileia? La bravura e la professionalità dei produttori della Doc consentono di ottenere vini ricchi di charme, qualità e tradizione.
I bianchi autoctoni Friulano e Malvasia, per esempio, si caratterizzano per la loro struttura e per la loro freschezza. Il Pinot Grigio, il Pinot Bianco e lo Chardonnay (gli “internazionali” per antonomasia ma presenti in Friuli da oltre un secolo e quindi perfettamente integrati) regalano sentori di frutta matura e sensazioni di macchia mediterranea. Interessanti anche le produzioni di Sauvignon e di Gewürztraminer, vitigni che da questo habitat ricavano le loro tipiche note fruttate e fiorate, con sentori di spezie.
Tra i rossi autoctoni il Refosco dal Peduncolo Rosso nella Doc Aquileia è sicuramente un vino di pregio, che affonda le sue origini nella storia essendo probabilmente diretto discendente del famoso Pucinum, il vino amato alla corte dei Cesari. Ma nell’albo d’oro dei rossi, figurano anche il Merlot, il Cabernet Franc e il Cabernet Sauvignon, vitigni perfettamente adattati alla zona, che raggiungono maturazioni perfette e restituiscono vini profondi, armonici e piacevoli.
Curiosità
Ancora una curiosità: alcuni anni prima della nascita del Consorzio Tutela Vini Doc Friuli Aquileia, i produttori diedero inizio ad una severa Selezione dei Vini del territorio con l’intento di valorizzare le espressioni migliori delle etichette prodotte in loco. Nel 2023 ricorre il 60°anniversario di questo momento importante che si ripete di anno in anno, di vino in vino e che racconta l’evoluzione vitivinicola della denominazione, la sua crescita, il suo espandersi in conoscenza e precisione. “Lo sviluppo della rassegna – racconta Roberto Marcolini, presidente del Consorzio Tutela Vini Doc Friuli Aquileia - ci ha aiutato a elaborare non solo la qualità dei vini ma anche la capacità di essere professionali a tutto tondo e saper accogliere, interagendo la qualità vitivinicola con quella recettiva. Oggi siamo ad un punto specifico di crescita, un tragitto ancora lungo ma ricco d’impegno sia nel produrre sempre meglio che nel saper rendere onore al territorio della Doc impegnandoci sull’accoglienza e sulle interazioni.”
Quest’anno hanno collaborato alla selezione cinque esperti conoscitori dei vini facenti parte delle più rappresentative Associazioni nazionali e hanno decretato, fra più di 50 vini campionati, i seguenti vincitori: al primo posto il Pinot Bianco 2022, Cà Bolani, seguito dal Friulano 2021, Ballaminut e dal Friulano 2021, Donda Giovanni. Poi vengono la Malvasia 2022, Mulino delle Tolle, il Sauvignon 2022, Cantine Rigonat, il Traminer Campo di Viola 2021, il Vini Brojli di Antonio Clementin, il Bianco Palmade 2022, Mulino delle Tolle, il Merlot Manfredo 2020, Barone Ritter de Zàhoni, il Cabernet Sauvignon 2021, La Corta, il Cabernet Franc 2021, Cà Bolani, il Refosco dal peduncolo rosso 2021, Puntin, il Refosco dal peduncolo rosso 2019, Mulino delle Tolle, il Refosco dal peduncolo rosso Mosaic ros 2019, Tarlao.
Enrico Saravalle
luglio 2023
foto Michele Grimaz