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Tipico esempio dell'arte romana del "non buttare via niente", il nome sembra indicare che si tratti di una preparazione a base di carne, scelta tra i tagli poveri del quinto quarto, ma, sorpresa!, è una proposta addirittura vegetariana.
Un taglio povero ma gustoso
La trippa è di fatto l'intestino dei bovini, apprezzata fin dall'antichità, soprattutto nella cucina popolare, poi rivalutata e riproposta in trattorie, osterie e ristoranti in molte varianti, in bianco o al pomodoro.
1 
Lavate e asciugate 1 ciuffo di prezzemolo, poi tritate le foglie. Sgusciate le uova in una ciotola, sbattetele con una forchetta e aggiungete il prezzemolo, sale e pepe. Scaldate una padella antiaderente unta d'olio, versatevi una piccola parte delle uova sbattute e girate la padella in modo che le uova ricoprano il fondo. Cuocete la frittatina su entrambi i lati. Proseguite sino a esaurire il composto.
2 
Arrotolate le frittatine preparate e tagliatele a listarelle di 0,5 cm. Distribuitele a strati in 4 pirofile condendo ogni strato con salsa di pomodoro, un mix di pecorino e parmigiano reggiano Dop grattugiati e completate con qualche foglia di menta tagliuzzata. Infornate a 180° per 15 minuti e servite.