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Il nome edamame deriva da due parole giapponesi: "eda", che significa "fronda", e "mame", "chicchi": un tempo, infatti, i baccelli che contengono i piccoli fagioli verdi di soia si trovavano al mercato ancora attaccati ai rami della pianta, ma ancora oggi sono protagonisti delle tavole orientali e sempre più presenti su quelle nostrane, come antipasto, nelle insalate, nelle zuppe e nei secondi creativi.
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I baccelli, raccolti ancora acerbi, sono lavati e sbollentati prima della vendita, mentre il fagiolo dev'essere sgranato al momento del consumo. Freschi, in scatola o surgelati, gli edamame sono ormai coltivati anche in Italia, in piantagioni Ogm free certificate, e si rivelano estremamente eclettici in cucina.
1 Sciacquate la quinoa in un colino sotto l'acqua corrente, poi cuocetela in 4 dl di acqua bollente salata, finché sarà stata tutta assorbita. A parte, scottate i piselli e gli edamame in acqua salata.
2 Conservate 1/3 della quinoa lessata. Trasferite nel mixer metà di quella rimasta con gli edamame sgusciati (tranne 2 cucchiai), i piselli, la tahina, sale, pepe e frullate per ottenere un composto omogeneo. Unite l'altra metà della quinoa rimasta e gli edamame interi e mescolate.
3 Formate tante polpettine schiacciate e passatele nella quinoa tenuta da parte, infine rosolatele in una padella con 1 cucchiaio d'olio.
4 Mescolate 2 cucchiai di succo di limone, 2 di acqua, 1,5 di salsa shoyu e 1 di acidulato di umeboshi. Unite lo zenzero e il peperoncino tritati e mescolate. Servite con le polpettine.