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Tecniche di BaseAgnelloCome cucinare l'agnello

Come cucinare l'agnello

Come cucinare l’agnello? Scoprite con noi tagli, tempi e tecniche, con tante ricette dedicate a questa carne saporita

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Tradizionale per Pasqua, tipico della cucina primaverile, ottimo sulla griglia e al forno: è l’agnello il “piccolo” della pecora, tipico di molte cucine regionali e molto amato in tutto il mondo. Infatti l’agnello, insieme a pecora, montone e castrato (questi ultimi entrambi maschi adulti), sono tra le carni più comuni in tutto il bacino del Mediterraneo: le più usate, per esempio, nella cucina magrebina del Nord Africa.

Agnello o abbacchio: qual è la differenza?

Di solito si distingue in agnello da latte (chiamato in Lazio abbacchio), dalla carne tenerissima e delicata, e in agnello bianco o maturo, con carni saporite, aromatiche e dal gusto più deciso. Anche dal punto di vista gastronomico, la differenza la fa l’età dell’animale e l’alimentazione. L’abbacchio, che si è nutrito solo di latte materno, ha carni tenere e delicate. L’agnello, macellato dopo aver superato l’età dello svezzamento (da 2-3 fino a 6 mesi), si è cibato di erba: le sue carni saranno meno tenere, ma più saporite, con sfumature di gusto a volte “selvatiche”, che riflettono la varietà dell’alimentazione.

I principali tagli dell’agnello e le loro cotture

I principali tagli di carne d’agnello seguono quelli praticati in genere sugli altri quadrupedi. Partiamo allora dal collo, ricavato dalla parte anteriore del carré, e dalla  spalla (foto in alto): entrambi possono essere usati interi o disossati per preparare brasati, spezzatini e arrosti scioglievoli dalla lunga cottura: intorno alle 2 ore, in forno a 180°, per esaltare le qualità della polpa, consistente e gelatinosa.

Proseguiamo con il carré che costituisce la “sella” dell’animale. Si cucina arrosto, intero con gli ossi, ma anche disossato, per una lombata tenerissima. La cottura preferita è rosata con una temperatura al cuore tra 58° e 62°: il pezzo con gli ossi cuoce in 20-25 minuti in forno a 180°, la lombata intera in circa 15 minuti, qualcosa in meno se prima viene rosolata in padella.

Dal carré con gli ossi tagliato a fette, dello spessore delle costole, si ricavano le famose costolette da cucinare in padella o sulla brace, dette anche scottadito perché si mangiano per tradizione con le mani, afferrandole per il “manico” (l’osso sporgente): su fiamma viva, sono sufficienti 3-4 minuti per lato. Appiattite con il batticarne, impanate e fritte, si trasformano in cotolettine deliziose, dalla cottura rapida: bastano pochi minuti in olio o burro chiarificato, finché risultano ben dorate. Se, infine, si affetta la lombata disossata si ottengono i medaglioni, che vogliono gli stessi tempi delle costolette.

Il cosciotto si cucina arrosto intero, con tempi analoghi a quelli indicati per la spalla, oppure disossato: in tal caso i tempi si dimezzano e può essere anche farcito e arrotolato. Rispetto alla spalla dà un risultato più elegante e scenografico perché ha polpa più fine.

Il petto d’agnello è un taglio abbastanza grasso, ricco di sapore intenso, che si può arrostire o brasare intero, si può disossare e arrotolare (i tempi corrispondono a quelli della spalla), ma anche dividere in costine (o puntine) da grigliare un po’ più a lungo delle costolette. A pezzi, con gli ossi, è ottimo anche in umido.

Il macinato, ricavato da un misto di parti magre e grasse, si utilizza per polpette e kofta (foto in alto), i tradizionali spiedini turchi. Ma anche per tradizionali ragù bianchi che condiscono paste tipiche, come gli spaghetti alla chitarra e altre varietà di pasta artigianale. Infine, anche dell’agnello si usano le interiora: un grande classico della cucina ebraioco-romanesca è la coratella che riunisce diverse frattaglie (cuore, polmoni, fegato, milza).

Marinare l’agnello

Prima della cottura, si usa spesso marinare la carne di agnello, soprattutto i tagli più importanti (spezzatini, petto) e ricchi di grasso, che potrebbero conservare un odore di selvatico più spiccato che non a tutti piace. Una marinatura classica prevede una base liquida composta, in genere da vino bianco e olio extravergine d’oliva, cui aggiungere erbe aromatiche a piacere come timo, rosmarino, menta, salvia, alloro. Si possono unire altre spezie, come bacche di ginepro e grani di pepe, ma anche chiodi di garofano e cannella per le ricette di ispirazione mediorientale, verdure odorose come cipolla e aglio interi, succo e scorza di agrumi o una spruzzata di aceto.

Le ricette da provare

Costolette di agnello con carciofi e menta

Ecco infine una carrellata di preparazioni da provare, scelte dal nostro archivio. A cominciare dalle costolette con carciofi e menta (foto in alto) o dalla particolare ricetta delle costolette in umido al pomodoro. Da provare anche quelle saltate all’aglio, la versione elegante con salsa di lamponi e balsamico, le sontuose costolette in crosta di mandorle con carciofi.

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Tante sono le ricette al forno tra cui il classico carré agli aromi con patate (foto in alto) e quello con cremina alla senape, classico abbinamento amato dalla cucina anglosassone.

Per un arrosto molto scenografico, provate la sella al formaggio di capra e menta (foto in alto), per uno spezzatino elegante usate la polpa a bocconcini come nella ricetta al vino Sauvignon, per una cottura in casseruola a bassa temperatura la ricetta giusta è quella della spalla confit alle erbe.

Agnello cotto sette ore

Se è il cosciotto il vostro taglio preferito (e avete molto tempo a disposizione!), dovete assolutamente sperimentare l’agnello al forno cotto sette ore (foto in alto). Se lo preferite disossato, provatelo ripieno al prosciutto.

Polpette di agnello nella rete AA047407_alta

Con il macinato, oltre alle già citate kofta con salsa allo yogurt e spezie, potete comporre ottime polpette avvolte nella rete di maiale (foto in alto), che le renderà morbidissime e saporite. Infine, tra i condimenti per la pasta, vi segnaliamo gli spaghetti alla chitarra in salsa di limone, le pappardelle allo zafferano con ragù bianco, gli spaghetti con agnello e cipolle di Tropea: tre primi perfetti anche per la tavola di Pasqua!

Aggiornato aprile 2025

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