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L'okara è quel che rimane dalla lavorazione della soia per ottenere l'omonima bevanda, meglio conosciuta come latte di soia. Totalmente vegana, è ricca di proteine, fibre grassi e minerali. Si possono preparare prodotti come pane e burger oppure si può aggiungere a stufati, sughi, minestre per addensare. Noi vi proponiamo cracker sfiziosi, una valida alternativa al pane sia a tavola sia come spezzafame.
In questa ricetta abbiamo usato farina di frumento, ma si può sostituire con farina di soia o di riso per una preparazione gluten free. Non è necessario aggiungere lievito, potete unire un pizzico di bicarbonato per un prodotto meno secco.
Se l'okara è secca, potrebbe essere necessario aggiungere un po' di acqua, in quantità variabile per ottenere un composto omogeneo. Lasciate riposare il miscuglio per circa un'ora in frigorifero e poi procedete a insaporirlo con semi e/o erbe aromatiche. Una volta steso l'impasto, allo spessore che preferite, va bene circa 1/2 cm, e poi incidetelo con una rotella o con un tagliabiscotti a seconda della forma che preferite. Potete cospargere la superficie con un po' di farina, anche di mais a grana grossa) per ottenere un prodotto più croccante. Potete insaporire il composto anche con pomodori secchi, cipolla essiccata, olive.
Se in cottura prende troppo colore, portate la temperatura a 180° e prolungatela solo per qualche minuto. Si conservano per qualche giorno in contenitori, preferibilmente di vetro o di latta, con coperchio.
1 
In una ciotola, impastate l'okara con la farina di frumento e un pizzico di sale.
2 
Aggiungete una manciata di semi a piacere (sesamo, lino, papavero) oppure erbe fresche tritate o secche come origano o rosmarino.
3 
Compattate bene l'impasto, poi stendetelo con il mattarello su un foglio di carta da forno, in una sfoglia sottile (2-3 mm).
4 
Incidete la pasta con una rotella o un coltello a losanghe (o a strisce, per fare una sorta di grissini), spennellate d'olio e infornate a 200° per 15 minuti. Sfornate, fate raffreddare e spezzettate i cracker.
Ricetta di Alessandra Avallone, foto di Felice Scoccimarro