In Lombardia questi raffinati e soffici biscotti vantano una ricetta registrata dalla famiglia Lazzaroni, che inventò gli amaretti nel Settecento, che prevede albumi, zucchero e armelline (i semi dei noccioli d'albicocca).
Nella cucina tradizionale del Nord, sono ingrediente tipico per preparazioni dolci (come le pesche ripiene e il bonet piemontese) e salate (nei tortelli di zucca mantovani). Danno un tocco speciale a semifreddi, budini o torte, come la torta di amaretti di Nonna Mariuccia.
Per sbriciolarli avvolgeteli in un foglio di carta da forno e pestate con un batticarne. Potete conservarli sempre ben croccanti per parecchi mesi: basta avere l'accortezza di disporli in una scatola di latta e posizionarli in un luogo asciutto.
1 Passate al mixer 175 g di farina con il burro freddo a dadini, il cacao, 60 g di zucchero a velo e il sale fino ad ottenere un composto a briciole. Con l'apparecchio in azione versate 1-2 cucchiai di acqua ghiacciata e frullate finché l'impasto sarà omogeneo. Avvolgetelo nella pellicola e lasciatelo riposare in frigo per 30 minuti.
2 Intanto scottate le pesche in acqua in ebollizione, sbucciatele e tagliatele a spicchi. Stendete la pasta in una sfoglia rettangolare, rivestite fondo e bordi di uno stampo con il fondo movibile di 10x30 cm, eliminate l'eccedente e bucherellate la pasta. Spalmatela di confettura, cospargetela con gli amaretti sbriciolati e completate con le pesche.
3 Cuocete la crostata nella parte bassa del forno caldo a 180° per 40 minuti. Montate l'albume con lo zucchero rimasto, unite la farina rimanente e le mandorle in polvere e trasferite il composto in una tasca da pasticceria con la bocchetta liscia di mezzo cm. Create una grata sulla superficie della crostata e cuocete per altri 15 minuti.
aggiornato luglio 2024
ricette di Claudia Compagni, foto di Luca Colombo