VOTA
Pare che questi biscotti siano nati nei monasteri del XVI secolo, sovente venduti anche ai forestieri di passaggio. Nel tempo i dolci furono chiamati "biscottini delle monache di Novara" poi la ricetta si diffuse rapidamente fuori dai conventi. Il primo a raccogliere il testimone fu Prina, che nella sua bottega iniziò a commercializzare il dolce con il nome "Biscottino di Novara del Prina". Da quel momento, pian piano si perfezionarono preparazione e cottura, migliorando la conservabilità. Se volete anche provare altri tipi di biscotti, qui trovate le ricette.
Se non avete la tasca da pasticciere con bocchetta liscia e larga potete utilizzarne una senza bocchetta, oppure prepararne una avvolgendo a cono un pezzo di carta forno e tagliando la punta in modo da ottenere un foro del diametro desiderato. Tenete i cilindri ben distanziati, altrimenti, cuocendo, si potrebbero attaccare fra loro. Se non consumate subito i biscotti, potete conservarli in una scatola di latta o per biscotti.
1 
Sgusciate le uova intere, facendole cadere in una ciotola a bordi alti, aggiungete il tuorlo, lo zucchero e un pizzico di sale. Montate il composto fino a renderlo chiaro e spumoso.
2 
Utilizzando una frusta elettrica, incorporate alle uova sbattute la farina, setacciandola con un colino a maglie fitte e lasciandola cadere a poco a poco. Lavorate fino a quando sarà perfettamente amalgamata e avrete un composto morbido, liscio e omogeneo.
3 
Trasferite il composto preparato in una tasca da pasticciere con bocchetta liscia e larga e, premendo leggermente, fate cadere sulla placca foderata con carta forno bagnata e strizzata tanti cilindri di circa 8 cm di lunghezza. Cuocete i biscotti in forno caldo a 180° per circa 15 minuti, finché saranno leggermente dorati e gonfi. Sfornateli, trasferiteli su una gratella e lasciateli raffreddare prima di gustarli.
luglio 2024
ricetta di Matteo Tognini