Il Bloody Mary è un cocktail molto famoso, si armonizza splendidamente con molti dolci, in particolare con i bignè.
1) Per realizzarlo, versa in un apposito shaker un decimo di succo di limone, un decimo di vodka, 6 decimi di succo di pomodoro, 2 spruzzi di tabasco e 2 di salsa Worcester.
2) Poi aggiungi un po' di sale e anche di pepe.
3) Unisci dei cubetti di ghiaccio, shakera il tutto e poi versa nei bicchieri di ciascuno.
Una ipotesi vuole che il nome di questo cocktail sia ispirato alla regina Maria I Tudor, detta “la Sanguinaria” per la ferocia delle sue persecuzioni contro i protestanti d'Inghilterra. Altra ipotesi, invece, collega il nome Bloody Mary a una leggenda che ha per protagonista una ragazza di nome Mary, appunto. Mary, ammalatasi di tifo, fu seppellita viva dal padre e ritrovata il giorno dopo dalla madre con le mani coperte di sangue, ferite nel tentativo di liberarsi dalla bara. Le leggende, di cui qui abbiamo riportato solo un numero irrisorio, riguardanti il nome del Bloody Mary sono tante e molto diverse tra loro. Tutte comunque hanno a che vedere col colore rosso che caratterizza la ricetta del cocktail. “Bloody”, in inglese, significa proprio “insanguinato”, ma anche “maledetto”. L'origine del cocktail, così come la storia del suo nome, è molto controversa. Il primo riferimento risale al 1939. Con tutta probabilità è stato creato da George Jessel, un celebre attore di quegli anni. La sua ricetta, in origine, era molto semplice e prevedeva un mix composto per metà da succo di pomodoro e per l'altra metà da vodka. Successivamente, il francese Petiot aggiunse a questa base varie spezie e sale, succo di limone e ghiaccio. Questo ha reso famosissimo il cocktail.