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Bocconcini croccanti e gonfi a base di farina di mais e formaggio. La frittura leggera ne fa un goloso antipasto
Un impasto di uova, farine e formaggio, fritto a cucchiaiate in pochi minuti. Finger food morbidi e croccanti, da gustare ancora caldi
Detta anche farina gialla o per polenta, la farina di mais esiste in varie tipologie e gradi di macinatura. Le più diffuse sono il fioretto (a grana fine, da provare nel pasticcio con catalogna) e la bramata (a grana grossa, per fare, per esempio, gli gnocchi alla salsiccia). La migliore è quella di mais macinata a pietra da mulini artigianali. Tipica di molte province lombarde, come Bergamo e Brescia, è ricavata dal granoturco, che si coltiva anche in altre regioni. Ideale per la preparazione della polenta e per tanti altri usi in cucina, come vi raccontiamo qui.
La farina gialla di Storo, ricavata da una varietà di granturco tradizionale, di colore rossastro, coltivato nella Valle delle Chiese, in Trentino. Se ne ricava una polenta di sapore corposo e genuino. Da provare anche il filetto di maialino salmistrato con polenta di storo e verza.
1 Sbattete l'uovo in una ciotola, incorporate 1 cucchiaio di farina di mais, diluite con l'acqua e con la frusta incorporate le farine rimaste il lievito, 5 cucchiai di latte e poco sale. Unite il formaggio tagliato a cubetti di 6-7 mm.
2 Cuocete il composto a cucchiaiate in una padella con l'olio di semi molto caldo. Dorate le frittelle su entrambi i lati e scolatele su carta da cucina.
3 Pulite e tagliate le verdure, unite i gherigli di noce, condite con olio, aceto e sale e servite l'insalata con le frittelle.
Ricetta Di Giovanna Ruo Berchera, foto di Sonia Fedrizzi
Esperta di cucina storica regionale e giornalista del settore food, insegna anche tecniche culinarie ed è specializzata in tradizioni gastronomiche del Piemonte, dove è nata. A cominciare dalla merenda sinòira, il ghiotto spuntino consumato direttamente nei campi dai contadini e in genere di tutto quanto era considerato “povero ma buono” e al giorno d’oggi diventa prezioso e goloso, perché naturale, patrimonio culturale alimentare che traduce in corsi e ricette golose, anche per chi è a dieta. @ruoberchera
Esperta di cucina storica regionale e giornalista del settore food, insegna anche tecniche culinarie ed è specializzata in tradizioni gastronomiche del Piemonte, dove è nata. A cominciare dalla merenda sinòira, il ghiotto spuntino consumato direttamente nei campi dai contadini e in genere di tutto quanto era considerato “povero ma buono” e al giorno d’oggi diventa prezioso e goloso, perché naturale, patrimonio culturale alimentare che traduce in corsi e ricette golose, anche per chi è a dieta. @ruoberchera