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Vongole e non solo, grazie UE!

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Ecco come l’Unione Europea penalizza il Made in Italy: dai molluschi alla mozzarella, dal vino al prosciutto

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Il diametro delle vongole non può essere inferiore di 25 mm. E da qui non si scappa.Il regolamento UE era del 2006, ma solo in questi giorni è stata decisa la tolleranza zero.
Se viene trovata anche una sola vongola sotto misura in un quintale di pescato, scatta un’ammenda di 4.000 euro e una denuncia penale per pescatori, pescivendoli e ristoratori.
La legge europea vorrebbe salvaguardare il MSY (Maximum Sustainable Yeld, massimo rendimento sostenibile) delle specie. Per i burocrati di Bruxelles una vongola di 22 mm è immatura, quindi non pescabile.
Peccato che in Adriatico non si trovi una vongola “legale”, neppure a pagarla a peso d’oro. La bassa salinità e altre condizioni ambientali impediscono ai nostri molluschi di superare i 22 mm. Arrivati a queste dimensioni la loro crescita si blocca e muoiono. Non sono immature, ma solo naturalmente più piccole di quelle che arrivano da altri mari.
Per comprendere la portata del disastro, basta ricordare che nel 1982 venivano pescate 120.000 tonnellate di vongole, mentre lo scorso anno le tonnellate sono crollate a 20.000. Quest’anno la pesca è praticamente ferma e dobbiamo importare vongole “straniere”, belle grandi e di bassa qualità.
Tanto la qualità interessa veramente poco alla UE, o per lo meno la qualità dei nostri prodotti di punta.
Una mozzarella su quattro venduta in Italia è ottenuta da semilavorati industriali che arrivano dall’estero senza indicazioni in etichetta per effetto di una normativa europea.
La UE non solo consente che possa essere usato latte in polvere per produrre formaggi, ma ci ha bacchettato perché la legge italiana lo impedisce.
Negli Stati europei sono in vendita imitazioni di grana padano e parmigiano reggiano con nomi di fantasia prodotti in Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia, Lettonia: un mercato da 83 milioni di Kg.
La UE consente ai paesi del Nord Europa, quelli più rigorosi dal punto di vista della stabilità economica, di aumentare la gradazione dei loro vini con l’aggiunta di zucchero. Metodo questo proibito in Italia e nei paesi del Mediterraneo.
LA UE permette la vendita del wine kit, di quelle polverine che permettono in pochi giorni di ottenere “vini” prestigiosi con la sola aggiunta di acqua. È stato calcolato che in Europa vengono consumate 20 milioni di bottiglie all’anno con etichette di vini italiani prodotte con questo metodo.
La UE consente ad alcune categorie di carni di non indicare l’aggiunta di acqua fino al 5%. Ma per würstel e mortadella tale indicazione può essere evitata, anche se l’acqua aggiunta supera tale percentuale.
La UE ci ha imposto di aprire il nostro mercato anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao.
La UE non obbliga a segnalare in etichetta la provenienza dei maiali. E due prosciutti su tre consumati in Italia provengono da animali allevati all’estero. Questo ha comportato un crollo nell’allevamento della produzione suina nel nostro Paese.
Ogni commento ci appare superfluo.

Mauro Cominelli
21 luglio 2015

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