Non potevamo certo mancare a Vinitaly, in un’edizione oltretutto, la 56esima, tra le più attese per via di alcune recenti decisioni del Parlamento europeo che, a detta dei produttori italiani (e non solo per la verità), penalizzerebbero l’economia e la cultura vitivinicola del nostro Paese. Una su tutte, la specifica in etichetta, a partire dal 2026, sui rischi della salute provocati dall’assunzione di alcolici. E se resta bene inteso che l’abuso sia da condannare, sul consumo responsabile il dibattito resta acceso, o meglio, incandescente.
Strenuo difensore di Bacco è senza dubbio Daniele Cernilli, alias DoctorWine, stimato critico di fama internazionale, che, infatti, ha ribadito ai nostri microfoni la centralità e l’importanza dell’appuntamento veronese che richiama a sé ogni anno tutto il bel mondo del vino. Mondo che, girando padiglione dopo padiglione, abbiamo ovviamente incontrato. Il nostro viaggio è iniziato tra le bollicine più rinomate e gloriose, quelle del Prosecco, quelle che orgogliosamente trainano l’export del vino made in Italy. A tal proposito, abbiamo curiosato tra gli stand di quattro veri fuoriclasse sul tema, ovvero Ponte 1948 (ve ne abbiamo parlato qui), realtà che, fondata nel Dopoguerra da un ristretto numero di soci, oggi conta mille produttori impegnati su qualcosa come 3 mila ettari vitati (dislocati prevalentemente nella parte orientale della regione), Le Manzane, Col Vetoraz e Villa Sandi. Abbiamo degustato le loro novità, chiedendo anche ai diretti interessati qualche suggerimento su piatti da abbinare ai calici (e alcuni ci hanno davvero sorpreso). Ma parlando di bollicine, non potevamo non fare tappa da Cesarini Sforza. In questo caso, però, si tratta di una diversa tipologia di vino spumante: la cantina da sempre è eccellente interprete della denominazione Trentodoc, che si caratterizza per finezza, freschezza, profumi e invidiabile eleganza. Il nostro tour si è concluso tra gli effluvi dei grandi rossi, di cui il Centro Italia è ambasciatore. Così, abbiamo incontrato Massimo Bernetti, storico fondatore di Umani Ronchi, cantina che produce dal 1957, oltre al mitico Verdicchio, anche il Montepulciano (l’azienda che ha sede a Osimo in provincia di Ancona è proprietaria di vigneti sia nelle Marche sia in Abruzzo, ndr).
Infine abbiamo “messo il naso” nello stand della toscanissima Tua Rita dove Giovanni Frascolla ci ha mostrato come il vino nonostante la sua allure millenaria possa dialogare con i tempi moderni, con la tecnologia. Frascolla ci ha presentato Redi, sorprendente sommelier virtuale sviluppato grazie all’intelligenza artificiale.
Chiara Risolo,
aprile 2024
video Alberto Rinonapoli
Giornalista, scrive di vino e nautica, oltre che per Sale&Pepe, lavora per il settimanale Panorama (fin dal 1997) e il magazine Barche ed è condirettore della testata online Gente di Mare 2.0. Lombarda di nascita, dal 2010 vive in Toscana, dove ha il suo personale affaccio su mare e vigneti e, dove, timidamente, produce anche qualche bottiglia di Sangiovese.
Giornalista, scrive di vino e nautica, oltre che per Sale&Pepe, lavora per il settimanale Panorama (fin dal 1997) e il magazine Barche ed è condirettore della testata online Gente di Mare 2.0. Lombarda di nascita, dal 2010 vive in Toscana, dove ha il suo personale affaccio su mare e vigneti e, dove, timidamente, produce anche qualche bottiglia di Sangiovese.