Ogni tanto succede: mi hanno fatto la caricatura e l'hanno anche stampata sul frontespizio del libretto della manifestazione "Esplorâ", scritto proprio così, alla friulana, con l'accento circonflesso. Tutta colpa di quei buontemponi dei soci del Consorzio Tutela vini Doc Friuli Aquileia, che mi hanno invitata a scoprire la più piccola Doc della Regione: 450 ettari vitati compresi tra 16 Comuni. Un rettangolo di terra che paesaggisticamente parte dalla laguna di Grado (che non è compresa nella Doc) e arriva a Trivignano Udinese, una trentina di chilometri di lunghezza per un po' più di dieci di larghezza che contengono ben due siti Unesco (l'area archeologica di Aquileia e Basilica Patriarcale e la città fortezza di Palmanova) e due dei borghi più belli d'Italia (Clauiano e Strassoldo). In questo lembo di terra si produce e commercializza il vino da oltre 2000 anni e i soci del Consorzio, molto coeso e partecipato (20 membri di cui 17 cantine che producono e imbottigliano) sono consapevoli del valore di questo passato e lavorano per l'evoluzione vitivinicola della denominazione. Oggi su questi terreni di grande variabilità (ghiaia, argilla e sabbia), nascono i vini della Doc Aquileia. Tra i bianchi più importanti il Friulano, la Malvasia istriana e il Traminer e tra i rossi il Refosco dal peduncolo rosso e il Merlot (ma vi consiglio anche il Pinot bianco, il Sauvignon e il Cabernet Franc). Per assaggiarli non rimane che praticare del sano enoturismo in auto o in bici (il territorio è attraversato dalla ciclabile Alpe Adria) perché i 15.500 ettolitri prodotti annualmente in parte vanno all'estero e in parte si assaggiano in cantina o nei ristoranti della zona: sulla road map pubblicata nel sito del Consorzio sono segnalate le cantine e il territorio da visitare. Come il borgo di Clauiano, che alla vista può passare inosservato per la cortina continua di case fatte di pietre e sassi con grandi portali d'accesso che nascondono vigneti e meravigliosi giardini, aperti al pubblico in occasione di mostre o manifestazioni. A soli 5 km c'è Palmanova, la città fortezza costruita nel 1593 dalla Repubblica di Venezia contro le incursioni turche e le mire espansionistiche degli Asburgo. Una meraviglia a forma di stella a nove punte formata da tre cerchie murarie concentriche. Non perdetevi l'anello delle fortificazioni, 4,3 km da percorrere in bici, a cavallo o a piedi… e la visita alle gallerie di contromina lungo la cinta dei bastioni scoperte nel 2017. Infine, prima di buttarsi tra i silenzi della laguna di Grado, dulcis in fundo (è proprio il caso di dirlo) ecco Aquileia, un tempo importantissima città romana e dal 1998 sito Unesco per la sua area archeologica straordinaria e per la basilica Patriarcale che lascia a bocca aperta: tra il suo pavimento e la cripta, posta sotto il campanile, si sono conservati perfettamente 750 mq di mosaici paleocristani. In onore di tanta bellezza la pasticceria Mosaico ha creato il Dolce Aqvileia. La sua ricetta è segreta: un concentrato di noci caramellate, fichi e miele racchiuso in una frolla croccante di farina di farro. Assaggiata, comprata e portata a Milano con un'irresistibile tentazione di replicarla. Ma è solo grazie alle dritte di Paolo Zerbin, titolare della pasticceria, che pur tenendo fede alla promessa fatta a sua madre di non rivelare le dosi, che il dolce ha preso vita nella nostra cucina. Come copia, non come originale.
Laura Maragliano
agosto 2023