Tanti sono i dati che emergono da questa ricerca targata Nielsen che fa riflettere su come il carrello della spesa sia indicatore di molti fattori. Per prima cosa si intuisce un’Italia spaccata in due, dove in tutti i casi la ripresa dei consumi sembra ancora lontana. Ma se in molte regioni del Nord si registra un leggero rialzo nel centro e ancor più nel profondo Sud i consumi sono sempre più contratti.
Gli ultimi dati dei fatturati della grande distribuzione elaborati da Nielsen (clicca qui) non confermano affatto il risveglio dei consumi registrato nel 2015 (trainato dall’effetto Expo) e tratteggiano un quadro negativo. Ma l’analisi si fa ancora più interessante se si vanno a vedere nel dettaglio gli articoli che crescono e quelli che scendono, spostando l’analisi da un piano economico a un piano culturale, come suggerisce nell’articolo di la Repubblica il commento di Carlo Petrini.
Sale la birra, l’acqua minerale non gassata, lo yogurt magro, gli affettati, i sostituitivi del latte, il salmone affumicato, la frutta fresca sgusciata, il caffé in capsule, i piatti e i sughi pronti e i prodotti gluten free e biologici. Scendono il latte fresco, i biscotti, le merendine, le confetture, i wafers e lo zucchero. E sempre parlando di un’Italia a due velocità si può notare che il latte fresco scende soprattutto al Sud, dove viene sostituito da quello a lunga conservazione (meno caro) e che tra gli affettati nelle regioni meridionali c’è un boom di mortadella, di chiare origine nordiche, ma tra tutti gli affettati il più economico. I dati suggeriscono non solo che al Nord i consumi sono più robusti, ma anche che una delle risorse più inseguite è il tempo e dunque che spesso si deve ricorrere ai cibi pronti. Il carrello del supermercato denuncia dunque un’inevitabile e galoppante crescita del pasto veloce, ma anche una débacle della colazione e dei suoi pezzi forti e un’attenzione crescente verso la qualità, anche a scapito della quantità, mentre il consumatore si fa sempre più informato e non rinuncia a un ruolo che è anche sociale.
Petrini enfatizza proprio questo ultimo punto e invita anche a pensare all’effetto carni rosse e ai vari allarmi che vengono ciclicamente lanciati e che contribuiscono a rendere la gente più oculata nel fare la spesa. Infine, come nota Carlo Petrini, i dati riguardanti il Sud possono essere visti anche in un’altra ottica, poiché in molte di questi regioni esistono ancora pratiche virtuose, come cucinare in casa e fare conserve. A fronte della presenza di materie prime straordinarie.
Emanuela Di Pasqua
29 aprile 2016
Photo credits: Polycart/Flickr