Siete attenti a scegliere alimenti a basso impatto ambientale, portate in tavola più vegetali, preferite i prodotti alimentari freschi e sfusi, vi attivate per evitare sprechi e per utilizzare tutto in cucina. Ma sul fronte della scelta degli imballaggi, come ve la cavate quando siete al supermercato a fare la spesa? Anche se il packaging, in sé, incide solo in minima parte sull’impatto ambientale di un prodotto alimentare (ad esempio meno del 2% per la pasta) è comunque un aspetto da tenere in considerazione se si vuole adottare uno stile di vita sostenibile. Non solo è un piccolo (ma utile) contributo che possiamo dare per la tutela del nostro pianeta ma anche un’abitudine che può aiutarci a gestire meglio la routine domestica, permettendoci di trovarci con meno imballaggi da smaltire nella raccolta differenziata.
Come fare, quindi, per individuare i packaging più green? La risposta la fornisce Altroconsumo che consiglia di comprare alimenti con imballaggi leggeri, proporzionati e di materiali riciclati e compostabili. Obiettivi raggiungibili seguendo questi quattro pratici suggerimenti.
Fermati al q.b. (anche quando si tratta di confezioni)
La scatola in cartone in cui è inserito il sacchetto di plastica del riso sottovuoto oppure la pizza surgelata, o il tubetto di maionese o il burger vegetali. Ecco alcuni casi molto comuni del cosidetto “overpackaging”, ossia l’uso di imballaggi non necessari. L’associazione Altroconsumo sottolinea che queste doppie confezioni non apportano maggiori benefici alla sicurezza e alla conservabilità dei prodotti, ma rappresentano al contrario un imballaggio in più da smaltire nella raccolta differenziata domestica. Quindi, per essere green, meglio scegliere i prodotti “q.b.”, ossia con l’imballaggio che basta ma che non eccede. Di solito sono quelli in packaging composto di un solo omateriale.
Cerca la “formula magica”
La formula del prodotto in pack sostenibile? Meno tara, più peso netto. Ossia prodotti che abbiano un rapporto ottimale tra contenuto e contenitore e che, a parità di contenuto, hanno meno imballaggi da smaltire. Come li riconosci? Sono i formati maxi (da preferire solo se si è sicuri di non sprecare gli alimenti a casa) oppure i prodotti che hanno ridotto il peso degli imballaggi, e che di solito lo indicano in etichetta (ad esempio, scrivendo “con il xx di plastica in meno!”).
Scegli gli imballaggi in materiali riciclati
L’uso di materiali provenienti dalla raccolta riciclata (come plastica o carta) è sempre più diffuso nel mondo del packaging. I vantaggi sono evidenti: si riesce a recuperare e valorizzare le materie prime riciclate e si evita di produrne di nuove, che richiederebbero anche consumi di energia e di acqua, oltre che emissioni di Co2. Scegliere i prodotti venduti in confezioni ottenute usando anche materiali di riciclo (come l’R-PET, ossia il polietilene tereftalato riciclato) è una buona abitudine. Altroconsumo sottolinea che, secondo le stime ufficiali, la produzione di PET riciclato riduce del 70% il fabbisogno di energia e dell’86% quello di acqua rispetto a quella da materia prima vergine e, perdipiù, taglia del 75% le emissioni di CO2. Verifica, dunque, in etichetta la provenienza dei materiali usati per le confezioni e preferisci quelli che indicano l’uso di plastica rigenerata, alluminio recuperato o carta riciclata. Lo puoi fare senza rischi, perché le norme che regolano i materiali che entrano a contatto con gli alimenti sono molto severe e il recupero di questi materiali avviene all’interno di filiere chiuse e controllate.
Preferisci la plastica compostabile
La plastica compostabile, che viene usata sempre più spesso soprattutto per frutta e verdura fresche, è una buona opzione perché ha un ridotto impatto ambientale visto che si degrada con facilità. Ad esempio, per gli imballaggi dotati della certificazione OK compost (solitamente indicata anche sulle etichette) bastano tre mesi. E, a casa, va smaltita tra i rifiuti umidi, insieme agli scarti della cucina. Occhio, però, alle parole presenti sulle confezioni. “Biodegradabile” non è sinonimo di “compostabile”: anche in questo caso le confezioni si degradano ma meno rapidamente. Per questa ragione i packaging biodegradabili non vanno smaltiti nell’umido. Idem per le bio-plastiche, ossia quelle ottenute da materie prime agricole (come il mais): verifica in etichetta dove va smaltita. Se non è specificato, allora va raccolta con tutta l’altra plastica.
Manuela Soressi
maggio 2023