Mentre in Francia è da poco attiva (dal 3 febbraio 2016) la legge che obbliga i grandi supermercati a donare il cibo in scadenza, ed esistono normative che impongono ai ristoranti l’uso della doggy bag, in Italia purtroppo la legge Sprecozero è ancora in fase di approvazione. Al suo posto nascono però diverse iniziative che dimostrano la nostra attenzione al problema.
Expo ha posto il taglio degli sprechi alimentari tra gli obiettivi della Carta di Milano che è stata consegnata al segretario generale Onu, mentre il ministero dell'Ambiente ha promosso il progetto Family Bag, che al momento sarà avviato in Veneto: i 100 ristoratori che aderiscono proporranno ai clienti di portare a casa quanto non consumato a tavola fornendo appositi contenitori (tra l’altro dall’estetica curata e accattivante, disponibili in diversi materiali).
Sicuramente il tema è caldo, ma non ancora a sufficienza secondo Coldiretti, che presenta dati inquietanti. Anche se la crisi e una maggiore sensibilità ambientale hanno portato sei cittadini su dieci a diminuire o annullare gli sprechi domestici, la situazione resta infatti grave: in media ogni italiano butta nella spazzatura 76 chili di cibo all’anno. Su scala mondiale lo spreco è di 1, 3 miliardi di tonnellate (ovvero un terzo del cibo prodotto), che sarebbero ampiamente sufficienti ad azzerare la fame nel mondo.
Senza contare che la produzione alimentare ha un impatto ambientale importante: come precisa Coldiretti, il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera ogni anno un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga, utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno (quasi il 30 per cento della superficie agricola mondiale) ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra.
In questo scenario, in cui è fondamentale la collaborazione di ognuno, non bastano le leggi; quello che serve è un generale comportamento più consapevole. A partire dall’osservanza di alcune regole quotidiane.
1) effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo
2) privilegiare confezioni adeguate al proprio consumo
3) privilegiare confezioni che abbiano un volume adeguato alla propria dispensa
4) scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione
5) preferire la spesa a km 0 che garantisce una maggiore freschezza e durata
6) leggere attentamente la scadenza sulle etichette
7) posizionare i cibi nel frigorifero in maniera corretta
8) verificare quotidianamente il contenuto del frigorifero
9) riscoprire le ricette degli avanzi (dalle marmellate di frutta alle polpette fino al pane grattugiato)
10) non avere timore di chiedere la doggy bag al ristorante
Cristiana Cassé
6 aprile 2016