Zara, storico pastificio veneto, rilancia sul mercato il suo marchio premium, Bragagnolo, erede di una passione iniziata oltre 120 anni fa
Condividi
C’è un nuovo brand sugli scaffali: è pasta Bragagnolo, marchio premium dello storico pastificio Zara che, dalle campagne venete, porta sulle tavole degli italiani - e del mondo - qualità, sostenibilità e gusto.
Un po’ di storia Ripercorrere le vicende del pastificio è rivivere un’avventura tutta italiana. La storia parte alla fine dell’Ottocento quando Emanuele Bragagnolo aprì nel trevigiano il suo laboratorio artigianale, trasformato in primo stabilimento industriale dal figlio Umberto che, nel 1918, lo ribattezzò Pastificio Elettrico Bragagnolo. In attività, fra le due guerre, anche in Dalmazia, al ritorno in Italia il pastificio prese il nome di Zara, la città in cui aveva operato in passato. Oggi, l’azienda celebra il fondatore con il rilancio del brand che porta il suo nome. L’eredità è stata raccolta da Furio Bragagnolo (nella foto in basso), presidente della società, quarta generazione di una famiglia che ha fatto la storia della pasta italiana.
“Ricordo papà che partiva con la 600 per andare a vedere la pasta in Germania portando non solo i campioni, ma anche le pentole per mostrare come cucinarla”, rievoca Bragagnolo. A imprenditori come il padre - ci racconta - si deve la diffusione del nostro “piatto nazionale” al di là delle Alpi. Tanto che, ancora oggi, il pastificio opera con numeri importanti sul mercato estero, oltreché su quello nazionale.
Zero sostanze chimiche Tanta storia alle spalle, tanto futuro davanti. Con un’attenzione particolare a temi, come sostenibilità ambientale ed energetica e salubrità, che stanno a cuore a milioni di consumatori. “Pasta Bragagnolo è prodotta con semole di grani coltivati in Centro Italia - soprattutto nelle Marche - con la scommessa di arrivare al traguardo di ‘zero glifosato’ e l’abbattimento dei valori di presenza di sostanze chimiche ben al di sotto dei limiti di legge”, racconta ancora il presidente. Una pasta più “pura”, insomma, che vada incontro alle esigenze salutistiche così come a quelle gastronomiche. Le semole sono super selezionate, tramite test di laboratorio che ne determinano qualità e resa finale, e impastate con l’acqua di sorgente che scende dalle Prealpi.
Siamo infatti nella zona pedemontana che lambisce il Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, fra Castelfranco Veneto, Bassano del Grappa, Asolo, non lontano dell’altopiano di Asiago e da Valdobbiadene. Un vero distretto produttivo che “sforna” tante eccellenze del Made in Italy. Pasta compresa!
Qualità a tavola Le miscele di frumenti scelte per le linee 100% grano duro, bio, integrale e Senatore Cappelli hanno un alto contenuto di proteine e glutine che garantiscono un’alta tenuta di cottura. Così, pasta Bragagnolo resiste anche agli stress termici, come quando è sottoposta alla tecnica professionale della doppia cottura, con passaggio in abbattitore. Ideale per la ristorazione, dunque, a casa si completa con la linea del “rosso”: pelati, San Marzano, datterini rossi e gialli e sughi della tradizione, tutti con pomodori campani. Del resto, proprio la Campania, insieme al Lazio, è fra i mercati italiani prediletti del pastificio. Un riscontro importante nelle regioni d’Italia che, forse più di tutte, amano spaghetti, penne, fusilli e compagnia. La trafilatura al bronzo, che rende la superficie ruvida e porosa, permette di sposarla ai condimenti più svariati. “Del resto, la pasta si abbina con tutto”, chiosa Bragagnolo. “È per questo che ha avuto tanto successo nel mondo!”. Non si può che dargli ragione!