L’anno scorso in tanti si sono fatti appassionare dalla filosofia del riordino di Marie Kondo (con il suo Il magico potere del riordino) secondo la quale per vivere una vita più felice bisogna liberarsi di quegli oggetti che non ci danno più gioia.
Questa regola si applica ad ogni categoria di cose e oggi proviamo ad applicarla a una delle parti più critiche della casa: il frigo. La regola di Marie Kondo è: quanta gioia mi dà quell'oggetto/cibo/ricordo? Quella lasagna al forno ormai ingiallita mi dà gioia per esempio? E quel corposo pezzo di speck ancora rosso vivo? Sempre tenendo conto del fatto che in tema di cibo bisogna considerare non solo l'attuale appeal degli alimenti, ma anche la loro usabilità.
Sicuramente il frigorifero è uno degli elettrodomestici più importanti. Accomuna tutti, onnivori e vegetariani, perché è utile per conservare carne e verdura indifferentemente. Viene aperto e chiuso da chiunque decine di volte al giorno; è il posto dove vengono conservati i cibi deperibili e a volte è persino un luogo di riflessione (quanti si sono scoperti almeno una volta incantati davanti al frigo, con la porta aperta, immersi in chissà quali pensieri?).
L’idea è di massimizzare ogni centimetro a disposizione e soprattutto evitare di riempire gli spazi inutilmente.
Escludendo coloro che hanno una dispensa minimale, perché mangiano spesso fuori a casa e nel loro frigo tengono giusto qualche pezzetto di formaggio; escludendo i super ordinati ed escludendo anche chi ha un frigo iper tecnologico, di quelli che fanno la spesa e si preoccupano di indicare le scadenze (un prodotto che fa promesse simili è recentemente stato presentato da Samsung al Ces di Las Vegas), a tutti gli altri sarà capitato più di una volta di riporre in frigo qualche alimento e dimenticarlo per molto molto tempo. Le dimenticanze sono varie e possono riguardare confetture aperte, formaggi, salumi in busta, tofu, mezze porzioni di pasta, minestroni, arrosti… in tutti i casi si tratta di oggetti che, se lasciati lì, diventano elementi di disordine. E, quel che è peggio, passando il tempo, scadono o non sono più buoni.
Questo è il rischio che vogliamo scongiurare: evitare di avere alimenti immangiabili in frigo, anche perché occupano spazio inutilmente.
Le basi: come posizionare i cibi
In genere, salvo indicazioni diverse del proprio elettrodomestico, c’è un ordine per disporre gli alimenti. In alto dolci, formaggi, burro, yogurt; affettati, salse sughi e i cibi già cotti e avanzati vanno messi nei ripiani di mezzo. Carne, pesce e cibi crudi in basso; nei cassettini si mettono frutta e verdura, mentre negli sportelli si dispone tutto ciò che non necessita di temperature troppo basse come bevande e salse. Infine va ricordata una delle leggi che governano le scorte di bilancio nella logistica aziendale, il metodo FIFO (first in first out). Sarebbe a dire? Sarebbe a dire che i primi cibi ad entrare nel frigo dovrebbero essere anche i primi a uscire e dovrebbero essere consumati prima di quelli che vi entrano dopo. Dunque è consigliato posizionare le pietanze e gli alimenti di origine più antica davanti rispetto ai più recenti, per favorirne il consumo prima.
Usarli o metterli in freezer
Quel che ci interessa maggiormente, tuttavia, sono gli avanzi. Se nel classico contenitore di plastica o vetro si hanno cibi già cucinati, di cui non si sa con certezza quanto tempo si mantengano, l'indicazione generale è di riporli in frigo e consumarli entro 3-5 giorni. Se non si ha la garanzia che questo accadrà, meglio metterli direttamente nel freezer, dove si possono mantenere per alcune settimane.
In alcuni casi il freezer è davvero il posto giusto dove conservare i cibi; in altri, come nel caso di patate, zucchine e verdure ricche di acqua (e per quasi tutta la frutta) non è per nulla raccomandabile. Ma anche in questo caso vanno ricordate alcune regole: il freezer infatti ha le sue leggi e i suoi tempi (clicca qui), proprio come il frigo. E se l'agnello può risiedervi per circa 9 mesi, per il gelato non vanno oltrepassati i 2 mesi.
Trasformarli e consumarli presto
Se restano pochi avanzi, meglio tarformarli immediatamente, in modo da poterli portare in tavola per il pasto dopo ed evitare di parcheggiare per diverso tempo in frigo un ulteriore contenitore. Il pollo arrosto si trasforma in insalata di pollo, se sono rimasti pezzetti di salsiccia e carne si possono utilizzare per arricchire un sugo per la pasta, se sono avanzi di verdure si fa il classico minestrone (che nasceva proprio per usare gli avanzi), oppure si possono conservare in sottoli o sottaceti da servire alla prima occasione in insalata, come antipasto o insieme a salumi o formaggi.
Questione di olfatto
Per tenere in ordine si intende ovviamente un concetto a tutto tondo di armonia e pulizia che comprende dunque anche un'armonia olfattiva e una buona dose di igiene. E non c'è luogo più fertile per i cattivi odori del frigo, anche per la mescolanza e la vicinanza di odori molto differenti tra loro. La pulizia del frigo va fatta ogni mese (facciamo anche ogni 2) e l'ideale è usare acceto o limone. Mentre per evitare spiacevoli sensazioni olfattive l'ideale è riporre in frigo un bicchiere di latte che assorbirà gli odori più forti.
L’importanza dell’etichetta
Per evitare di trovare reperti archeologici sui ripiani senza avere la minima idea della loro datazione, meglio riporre in frigo vasetti con etichette chiare. Occorre indicare cosa contengono e quando i prodotti sono stati stivati.
Essere spietati
Questa indicazione non vuole essere un’incitazione allo spreco. Tuttavia se si ha la certezza che un avanzo non verrà mai consumato, è inutile rimandare a domani un’azione che si potrebbe fare oggi: ovvero buttarlo via. In questo modo il frigo non diventerà il luogo in cui stoccare minuscoli barattoli pieni di avanzi che nessuno mangerà mai. Accumulare rimasugli equivale solo a rimandare il problema. La questione si riproporrà infatti qualche settimana dopo, quando l’avanzo sarà pieno di muffa e andrà in ogni caso eliminato.
In teoria, se buttare via il cibo è un’azione che tocca la coscienza, l’errore servirà per non sbagliare la volta successiva. Al momento di fare la spesa prima e di cucinare poi, si starà più attenti e si eviterà di acquistare e preparare le ricette in dosi eccessive.
Barbara Roncarolo
19 gennaio 2016
aggiornato il 29 ottobre 2017
da Emanuela Di Pasqua