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Tour a Venezia seguendo i passi di Hemingway tra ristoranti e bar

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Un tour coinvolgente per la bella Venezia seguendo i passi di Hemingway tra cocktail bar dove amava bere e hotel di lusso

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"Per dieci anni Ernest Hemingway non scrisse. Neanche una riga sgorgò dalla sua penna, come se l’inchiostro fosse diventato asciutto, arido. Nel 1950 però la sua la pubblicazione di Di là dal fiume e tra gli alberi ruppe il finalmente il silenzio: aveva ritrovato l’ispirazione bagnando la punta della penna nell’acqua della laguna, e quello che finché fu bozza si chiamò il Romanzo di Venezia fu il suo ritorno alla letteratura" racconta Federico Bellanca, esperto di cocktail e cocktail bar e grande appassionato di Hemingway mentre crea il primo percorso letterario all'interno dell'ultima Venice Cocktail Week. "Una Venezia bellissima quella che racconta lo scrittore americano, fredda ma piena di vita, lontana dagli stereotipi. Una Venezia piena di bar e di cocktail: voglio qui citare un passaggio diretto del libro" incalza Bellanca. «Bevevano un Negroni, un miscuglio di due vermouth dolci con selz. Due Martini molto secchi» disse il colonnello. «Montgomery. Quindici a uno. Il cameriere, che era stato nel deserto, sorrise e scomparve». Da quelle pagine il celebre cocktail in coppetta si è indissolubilmente legato alla città, così come l’immaginario dei grandi bar d’hotel". 

Harry's Bar

Hemingway ci passa così tanto tempo che la considera la sua casa. Non di arredi regali, come altre location a Venezia, ma senz'altro di grande sostanza, oggi come allora. E qui ama sorseggiare il cocktail che gli viene attribuito dalla storia, il Martini Dry, che chiamava confidenzialmente il “Montgomery”. La motivazione risale ai tempi della guerra: Montgomery era un generale con la fama di attaccare soltanto quando le sue forze erano 15 contro 1, le proporzioni di gin e vermouth di quello che sarebbe diventato uno dei più celebri cocktail del mondo. 

Locanda Cipriani a Torcello

All’Harry’s Bar Hemingway conosce Giuseppe Cipriani, locanda (e oggi ristorante di lusso) sull’isola di Torcello, forse la meno conosciuta delle isole veneziane, proprio vicino al ponte del Diavolo. La particolarità è che diviene ristorante, evolvendosi da tradizionale locanda, proprio per garantire la sicurezza dei clienti più facoltosi dell'Harry's durante la Seconda Guerra Mondiale. “Alle dieci – ricorda Cipriani – si ritirava nel suo appartamento a scrivere, voleva in camera sei bottiglie di amarone. Gli duravano tutta la notte; la mattina le trovavamo vuote".

Hotel Gritti e bar Longhi

Forse il luogo più iconico di Venezia legato a Hemingway, qui ha vissuto per lungo tempo, il primo luogo dove è approdato e non si è più mosso. Nei saloni del lussuoso Hotel Gritti fa la conoscenza del conte Carlo Kechler, che gli presenta Adriana Ivanchic, la giovane contessa con cui Hemingway avrà una relazione amorosa e passionale, nonostante i trent’anni di differenza. Sicuramente nel bar, dal magnifico arredamento veneziano, tra specchi e una bella bottiglieria, siamo certi che i due si siano lasciati trasportare con sguardi languidi. 

Caffè Florian

Hemingway amava bere, non c'è dubbio, ma anche lo sfarzo, l'opulenza e il lusdo che ha trovato in Caffè Florian, in Piazza San Marco. Sappiamo che adorava stare nella Sala del Senato, tutta ori, velluti porpora e specchi, considerata la più importante per il valore storico-artistico, perché qui è nata la Biennale di Venezia. 

Mercato di Rialto

Oggi forse non più vivo come allora, anche se è sempre bello andare presto al Mercato di Rialto per osservare il pesce ancora guizzante. Hemingway amava trascorrere diverse ore qui, alla ricerca dei pesci migliori, ma anche solo osservando i pescatori.

Camilla Rocca,
aprile 2024

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