Regale e plebea, snob e pop, antica e modernissima: la Torino del Terzo Millennio è così. Non per niente è l'unica città italiana indicata dal New York Times come meta imperdibile. Una metropoli dalle molte personalità, che esibisce piazze salotto, palazzi nobili, capolavori barocchi ma, insieme, propone eventi culto come Artissima (la più trendy delle fiere d'arte contemporanea) e musei, gallerie, fondazioni che non sfigurano nel panorama mondiale: dal Castello di Rivoli alla GAM (Galleria Civica d'Arte Moderna), dalla Pinacoteca Agnelli alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal Museo del Cinema (all'interno della Mole) allo scenografico Museo dell'Automobile del Lingotto. La storia non si rinnega e molto in città parla dei Savoia che hanno regnato e vissuto a Torino per oltre 300 anni: assolutamente da fare il tour delle residenze reali, a cominciare da Palazzo Madama, capolavoro del barocco di Filippo Juvarra e da Palazzo Reale, la sontuosa reggia della dinastia, e continuando con Palazzo Carignano, sede del primo Parlamento Italiano, e Venaria, appena fuori città. Da non perdere anche la Villa della Regina, residenza deliziosa di duchesse e principesse di sangue blu, e il Valentino, palazzo di rappresentanza nel '600 di una delle Madame Reali, Cristina di Francia. Sosta doverosa, infine, nei Giardini Reali, freschi di restyling. I prati geometrici, gli alberi secolari, le fontane monumentali sembrano citazioni, in piccolo, del Parco di Versailles e non è un caso: i Savoia, infatti, per il loro giardino privato avevano interpellato André Le Nôtre, architetto del paesaggio alla corte di Francia, che ripropose nella capitale sabauda i parterres di fiori, i gruppi di sculture, i viali alberati che avevano stupito Luigi XIV e i suoi cortigiani. Regge e residenze reali si sono adattate ai tempi e, visto che la storia di Torino è legata anche ai suoi caffè, non c'è da stupirsi se nei palazzi che ospitarono principesse e sovrani oggi si trovano sciccosissime caffetterie. Al primo piano di Palazzo Madama, per esempio, dopo aver ammirato sculture e oreficerie, quadrerie e ceramiche, lavori e tessuti delle collezioni di casa Savoia, ci si siede nelle atmosfere rarefatte del Caffè Madama, tra la Camera della Galleria e la Veranda Nord. A Palazzo Reale, le sale più sfarzose preparano all'eleganza sobria del Caffè Reale: tre saloni foderati di vetrine piene di vassoi, teiere in Sheffield, tazze e samovar, piatti della Manifattura di Vienna dove sedersi per un break regale. Tutta la città inoltre si sottopone a continui lifting. Il Museo Egizio, grazie a un restauro durato cinque anni, è rinato ed entrato di diritto nella Top 100 dei musei più visitati al mondo. Le sue collezioni di sculture, corredi funebri, sarcofagi, gioielli e utensili della civiltà dei faraoni si raggiungono seguendo il cosiddetto Percorso Nilotico (cioè il tracciato del Nilo) ideato dallo scenografo Dante Ferretti che ha anche pensato all'allestimento delle sale al piano terra riunendo, in uno spettacolare assemblaggio, statue di sovrani, dignitari di corte e divinità. Idee eterne e piene di bontà A Torino batte un cuore goloso: qui sono nate alcune ghiottissime invenzioni immortali come il Tramezzino (ideato dal Caffè Mulassano), il Vermouth (creato nel '700 da Antonio Benedetto Carpano), il gelato da passeggio detto Pinguino e i grissini. Altra invenzione amata dai re di Casa Savoia, è quella delle "Merende Reali" a base di cioccolata calda o bicerin (una bevanda di cioccolata, caffè e crema di latte) e "bagnati"(torcetti, canestrelli e savoiardi). Il rito oggi si celebra nei caffè storici di Torino, dal San Carlo alla Gelateria Pepino, dal Caffè Reale al Caffè Madama al Neuv Caval 'd Brons. Sono stati i maîtres chocolatiers torinesi, inoltre, forti del cacao arrivato in città fin dal '500 a inventare i cioccolatini più buoni del mondo: i gianduiotti, le praline alla nocciola e i cremini. I migliori si possono degustare nei caffè eleganti del centro, da Stratta, da Baratti & Milano o da Mulassano.