Per i tecnici sono confezioni in materiale poliaccopiato per liquidi, per noi consumatori sono semplicemente i Tetra Pak, dal nome dell’azienda che, oltre 70 anni fa, li ha completamente creati, sviluppando materiali, contenitori e macchine per il confezionamento. Un’invenzione che ha cambiato il modo di confezionare, trasportare, conservare e consumare molti alimenti e che è diventata tanto popolare da identificare un’intera tipologia di packaging.
Nel 2023 l’azienda ha venduto 179 miliardi di confezioni, diverse per materiali e forme. Ma per noi che le mettiamo nel carrello della spesa restano tutte, semplicemente, Tetra Pak, anche se ognuna ha un suo nome, che inizia sempre con il prefisso Tetra, come Tetra Top o Tetra Recart. Vuoi scoprire altre curiosità? Eccone cinque davvero sorprendenti.
Le prime confezioni sono state sviluppate nel 1946 ma hanno debuttato sul mercato nel novembre del 1952. Erano piccoli cartoni di panna da cucina (da 100 ml) a forma di tetraedro (da qui deriva il nome dell’azienda), realizzati nella centrale del latte di Lund, in Svezia, utilizzando l’innovativo sistema di confezionamento ideato l’anno prima dal fondatore di Tetra Pak, Ruben Rausing. Un anno dopo è arrivato il cartone da mezzo litro per il latte, che ha sostituito le pesanti e fragili bottiglie di vetro usate fino ad allora. Poi nel 1958 è stata la volta delle confezioni monodose adatte anche ai succhi di frutta e quindi nel 1959 del pack di forma rettangolare a cubo. Le innovazioni sono continuate, decennio dopo decennio, e anche la crescita. Oggi Tetra Pak è il leader mondiale nelle soluzioni per il trattamento e il confezionamento degli alimenti, ha 51 stabilimenti ed è presente in oltre 160 paesi. Perché tanto successo? Perché questa novità ha portato vantaggi a tutti. I produttori hanno ridotto tempi e costi di confezionamento, i commercianti hanno potuto contare su packaging robusti ma leggeri e facili da movimentare, mentre i consumatori hanno beneficiato di confezioni comode, facili da usare ed efficaci nel conservare e mantenere sicuri gli alimenti.
Nel 1961 Tetra Pak ha presentato una grande novità: la macchina per confezionare il latte con la tecnologia asettica, che lo mantiene buono, integro e sicuro anche tenendolo a temperatura ambiente. Questa tecnologia garantisce che, al momento del confezionamento, sia l’alimento sia i contenitori sono privi di batteri nocivi. Questo ne prolunga la durata, fa sì che possano rimanere in commercio più a lungo e possano arrivare anche in paesi più lontani, e permette di mantenerli sicuri e integri senza la necessità di tenerli in frigorifero o di aggiungere conservanti. Una vera rivoluzione, tanto che l'American Institute of Food Technologies ha definito il trattamento e il confezionamento asettici come “l'innovazione più significativa nella tecnologia alimentare negli ultimi 50 anni". Anche la prima confezione rettangolare per il latte è stata considerata uno dei più grandi successi di innovazione alimentare del 20esimo secolo. Lanciata nel 1969, leggera, robusta, facile da maneggiare è, soprattutto, facile da impilare nel carico dei pallet, così da ottimizzare lo spazio nei camion e rendere più efficienti il trasporto e la movimentazione nei supermercati.
La confezione che conosciamo oggi è (ovviamente) diversa da quello degli inizi: la base resta di cartone, resa impermeabile da una pellicola di plastica, termosaldabile ma lo strato di lamina di alluminio, che migliora la protezione dall’ossigeno e dalla luce, permettendo di conservare gli alimenti più a lungo, è arrivata alla fine degli anni ’60. E l’innovazione è continuata negli anni per adattare queste confezioni a tanti prodotti e per renderle più performanti ma anche più sostenibili. Ad esempio, dal 2015 esiste la versione completamente rinnovabile: è stata la prima confezione in cartone fatta tutta di con materiali vegetali: cartone certificato FSC (Forest Stewardship Council) e polimeri derivati dalla canna da zucchero. L’ultima novità è arrivata in commercio l’anno scorso: è una confezione fatta all’83% di cartone asettico in cui l’alluminio è stato sostituito con una barriera a base di cellulosa. I benefici? Un terzo in meno di emissioni di anidride carbonica, il 90% di materiali rinnovabili e una raccolta differenziata più semplice.
Nel 1992 è arrivata una delle innovazioni più significative di Tetra Pak: i tappi a scatto richiudibili. Rivoluzionari perché consentono di richiudere le confezioni, evitando sprechi e conservando meglio il prodotto. Ma anche perché, sigillando perfettamente, permettono di mantenere le confezioni anche in orizzontale, senza perdite o sprechi. Anche i tappi sono evoluti nel corso degli anni, diventando più leggeri e sostenibili, grazie all’uso di plastica a base di canna da zucchero e di polimeri riciclati certificati. Dal 2024, poi, i tappi sono legati alle confezioni, come richiedono le norme della Ue, ed entro un paio di anni quelli pre-applicati sulle confezioni conterranno il 30% di plastica in meno rispetto a oggi.
Il Tetra Pak è un imballaggio composto da diversi materiali, tra cui prevale la cellulosa. Per questo finisce sempre in una cartiera, dove la carta viene separata dalla plastica e dall’alluminio tramite un processo meccanico. Quel che cambia è la strada che compiono queste confezioni dalle case dei consumatori alla cartiera e che dipende dal sistema di gestione dei rifiuti del Comune in cui si vive. In alcuni Comuni il Tetra Pak va smaltito nel bidone di carta e cartone, in altri dev’essere messo nella raccolta multimateriale (plastica e metalli), da cui viene poi separato, mentre in altri Comuni va conferito in un eco-compattatore. I tutti e tre i casi la destinazione finale sarà la stessa: una cartiera, dove ogni componente viene recuperato, com’è accaduto nel 2023 a 1,3 milioni di tonnellate di confezioni Tetra Pak. Il cartone viene riciclato per creare nuovi prodotti a base di cellulosa, mentre plastica e alluminio vengono riutilizzati per realizzare oggetti di uso comune.
Manuela Soressi,
dicembre 2024