D’improvviso, d’estate tutti la pensano come Homer Simpson: voglio una birra! Non c’è bibita, non c’è vino bianco, non c’è cocktail che tenga: il caldo chiama l’orzo e il luppolo, senza se e senza ma. E dire che noi italiani ne beviamo poca: il consumo medio è di trenta litri annui pro capite che paragonato a quello dei paesi veramente birrofili – in Germania si superano i 200 – è poca cosa. Ma beviamo bene. Molto bene. Proprio quest’anno compie infatti vent’anni il movimento della birra artigianale italiana, la cui nascita viene fatta risalire a quel 1996 quando avviarono la produzione aziende che avrebbero fatto la storia, come Baladin, Beba, Birrificio Lambrate e Birrificio Italiano. Ormai tutti gli scaffali – anche quelli della grande distribuzione – sono colmi di bottiglie di grande qualità, tanto che la scelta è quasi difficile. Dunque ecco una brevissima guida – preparata assieme a Eugenio Signoroni, curatore della guida Birre d’Italia edita da Slow Food – per orientarsi nel mare magnum del malto d’orzo.
Cos’è un birrificio artigianale
Il Senato l’ha appena sancito: è un birrificio indipendente che produce birra non pastorizzata e non microfiltrata. In Italia, udite udite, ci sono circa mille marchi e 650 impianti (diversi marchi, infatti, lavorano sugli stessi impianti). Dal Trentino alla Sicilia, c’è l’imbarazzo della scelta. Le birre italiane non sono mai state così popolari, tanto che – per esempio – il Birrificio del Ducato ha aperto un pub di birra italiana a... Londra. Si chiama The Italian Job.
Sono buone le birre industriali?
Sono sempre meglio, anche perché le birre artigianali hanno costretto quelle industriali a migliorarsi. Il grande lavoro che stanno facendo sugli ingredienti anche grandi marchi come Poretti dà buoni risultati. Lo stesso colosso Heineken oggi fa la birra H41 con un lievito selvaggio della Patagonia. L’ottimo birrificio Birra del borgo – il più grande artigianale d’Italia – è stato appena acquisito da Ab-InBev, la multinazionale che detiene per dire il marchio Becks: segno che anche i big investono sulla qualità e sulla professionalità dei “mastri birrai”.
Qual è il bicchiere giusto per berla?
Più del vino, ogni birra ha il suo bicchiere. Generalizzando, però, se ne usano almeno due: il calice divenuto simbolo delle artigianali – come il Teku – e la pinta americana.
Cosa sono le radler?
Le radler sono i cocktail che mischiano birra e bibita. Sono buone? Dipende. Dai gusti, naturalmente, ma da come sono fatte. Quelle che trovate già imbottigliate stanno alla birra un po’ come lo spritz sta al vino. Se fate voi, una buona birra blanche con una buona gazzosa – il vecchio panaché, ricordate? – può dar soddisfazioni.
Gli abbinamenti giusti per l’estate?
Naturalmente con il pesce. Cioè: un buon fritto di verdure e pesce con una freschissima pils, un crudo di pesce con una blanche. E l’estate decolla.
Luca Iaccarino
luglio 2016