Voglia di spaghetti, di pizza, di sushi, di hamburger. Voglia di qualsiasi cosa, o quasi, ci venga in mente. Ma voglia anche di casa, intimità e cenetta in casa. Al termine di una giornata congestionata che chiede tranquillità, ma che non regala il tempo (vera risorsa del nostro tempo e, proprio per questo, così rara) questa è la soluzione che secondo gli esperti sarà sempre più vincente: il take away. Ma non tutti non convinti, specie per le norme igieniche. E in Galles hanno preso i primi provvedimenti.
Vantaggi e diffidenze
Per preparare una cena occorrono ore: una spesa accurata, un tempo lento per scegliere, cucinare e sistemare il convivio tanto sognato nelle ore di ufficio. Per questo il modello prendi-e-porta-via sta prendendo sempre più campo, nelle sue tante declinazioni. Ma aleggia talvolta una certa diffidenza: chi prepara i nostri piattini? In che ambiente? E le norme igieniche?
La decisione del Galles
Se un tempo erano pochi i cibi take away oriented, ora ormai questa soluzione riguarda i piatti più svariati, comprese le lasagne della mamma. Non solo pizza, non solo hamburger, non solo cibo cinese. Si può anche scegliere di ordinare cibo preparato da una rete di appassionati di cucina, in stile sharing economy del cibo. Ma si pone appunto il problema igienico. Diversamente dai ristoranti infatti il take away dà spesso la sensazione di essere meno regolamentato, al di là dell’illusione che si ha nel ristorante di avere un minimo controllo sulle norme basilari. Inizia il Galles dunque che inaugura un trend destinato a essere copiato o comunque a suggerire ispirazione, all’insegna di un punteggio di qualità e di una trasparenza assoluta.
Da uno a cinque: scegli la qualità
E’ stato il primo paese della Gran Bretagna ad aver reso obbligatoria l’esposizione sulla vetrina di pub e ristoranti della valutazione degli ispettori sanitari sull’igiene degli alimenti e dei locali e ora il Galles ha fatto di più (qui un pezzo della BBC) e prevede da parte degli ispettori sanitari un punteggio da attribuire anche ai take away che va da 1 a 5 (dove 1 è scarsissimo, cose da cambiare urgentemente, e 5 è ottimo a livello di igiene). Da novembre 2016 infatti i take away sono tenuti a indicare sui volantini e sui menu il sito web dove compare il punteggio sull’igiene e specificare che l’informazione può anche essere richiesta telefonicamente e riportata sul volantino. In tutte le strutture dove viene somministrato cibo preparato ma che non sono ascrivibili ai ristoranti.
Emanuela Di Pasqua,
gennaio 2017
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