Si potranno preparare almeno una mezza dozzina di bevande, tutte superalcoliche: Rum, Cosmopolitan, Margarita, Vodka, Mojito e chissà quante altre. Basterà aprire la bustina e sciogliere il contenuto nell'acqua, proprio come se si trattasse di un'aspirina o di un ricostituente effervescente.
È invece il nuovissimo liofilizzato per cocktail casalinghi che grazie al via libera da parte dell'agenzia americana per il controllo di alcool, tabacco e armi da fuoco, sarà disponibile nei supermercati degli Stati Uniti dal prossimo autunno.
La notizia ha destato curiosità persino nell'ideatore del prodotto, Mark Philips, che lungi dall'essere un eminente scienziato, appare piuttosto un impenitente avventuriero e nel suo sito palcohol.com confessa di aver fatto nella vita almeno 80 mestieri. Originariamente il sito era un po' come lui e indugiava divertito sul potere alcolico e ubriacante delle polverine, tali da creare bevande di gradazione superiore ai 40 gradi, poi è arrivata la licenza dell'agenzia FTA, la notizia è stata pubblicata da importanti quotidiani internazionali, e all'improvviso la comunicazione di Philips ha cambiato registro: via i commenti più salaci, avanti l'ampia varietà di usi morigerati per cui la polvere può essere utilizzata. "Provatela sui cibi", raccomanda ora Mark in veste di esperto culinario; "portatela con voi nello zaino per coronare l'arrivo di una passeggiata o di una gita in bicicletta", suggerisce in versione amante dell'aria aperta.
Rimossa invece la bella trovata di portare Palcohol in discoteca e allo stadio, eludendo i controlli. Il prodotto d'altronde non sarà proibito solo in questi luoghi, vietata ne sarà anche la vendita ai minori di 21 anni esattamente come avviene per altri alcolici. Ed è probabile che proprio questa sarà la sua fortuna.
Il mercato statunitense degli acquisti illegali da parte dei più giovani, infatti, è in continua crescita, così come il fenomeno dell'alcolismo nella fascia d'età acerba che supera di gran lunga l'uso di droghe leggere e pesanti messe insieme.
Sarà un caso, ma quando sette anni fa un prodotto simile fu lanciato in Olanda da un gruppo di studenti di tecnologia applicata all'alimentazione, la sua fortuna si arrestò alle cronache goliardiche nei dintorni dell'università.
di Daniela Falsitta, 22 aprile 2014
Fonte: Il Messaggero