Cibo e amore s’intrecciano, ma spesso è proprio il primo che fa scoccare la freccia a Cupido. D’altra parte non è un mistero che le madri di una volta invitassero le figlie a trovare marito, o a tenerselo stretto, con una frase che era un piccolo trattato di filosofia spicciola: “prendilo per la gola”.
Pertanto, potrete capire il mio stupore, quando davanti a me si è materializzato, su una bancarella del Mercatone dell’Antiquariato sui Navigli, il libro di Lorenzo Totò “Prendilo per la gola”. È stato un “coupe de foudre” e una fortunata coincidenza (anche queste servono per trovare un compagno). Ed ecco com’è nata la rubrica di questo mese. Nella prefazione del libro, pubblicato nel 1972, scritta da Luigi Carnacina si legge che “la cucina di Totò è stata invitata ovunque si cercasse di riscoprire il gusto dell’autenticità”.
Marchigiano di nascita, toscano di adozione, Lorenzo Totò scomparso alcuni anni fa è stato forse uno tra i primi cuochi televisivi, nel 1987 come chef ufficiale della trasmissione Uno Mattina e nel 1988 come protagonista di un programma giapponese. A Lucignano, in Val di Chiana, dove negli anni ‘80 aprì L’Albergo Osteria da Totò, gestito ancora oggi dai figli, sono passati nomi illustri di attori, cantanti, sportivi e politici.
Autore instancabile (sei libri di ricette) scrive in “Prendilo per la gola”: “Il mio libro non vuole assolutamente insegnarvi ad avvelenare i vostri mariti ma soltanto a tenerveli più stretti con un piccolo sforzo e con grandi risultati... In verità la donna, per sua natura, possiede le doti necessarie per accontentare anche i mariti più difficili... Le mie ricette sono pratiche e casarecce, con le quali voglio dimostrare che per fare un pranzo non occorrono grandi cose”.
La ricetta che ho scelto per voi non è certo afrodisiaca, ma sono sicura che le “trippe marinate alla Gavotti” sono perfette per uomini buongustai. E mi piace pensare che questo piatto sia stato cucinato nella brasiera trovata dalla mia collega Barbara in una casa da ristrutturare. La pentola conteneva una lettera d’amore di cui vi riporto alcune righe: “Cara Mary, ti voglio confermare che sono molto contento di averti sposata, ho trovato in te una moglie ottima che ha dimostrato di volermi tanto bene e di sacrificarsi per me in ogni circostanza... Con tanto affetto, tuo per sempre. Sergio”. Chissà se Mary possedeva il libro di Lorenzo Totò.
di Laura Maragliano
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