Sono una delle cose, insieme allo spazzolino da denti, che usiamo di più nella nostra vita: ogni giorno, più volte al giorno. Abbiamo mai pensato a loro, alle posate? E siamo sicuri di conoscere questo oggetto? Alla scoperta delle posate, dalla A alla Z.
Argento. Saranno vecchio stile, ma rimangono le più eleganti.
Bambù. Moderne e gradevoli, hanno un difetto: non vanno in lavatrice.
Cromo. Le posate denominate 18/C son quelle in cui l’acciaio è legato solo con il cromo: sono più economiche, ma col tempo arrugginiscono.
Denti. Ma i denti della forchetta si chiamano davvero denti??? Continua a leggere e lo scoprirai!
Espresso. Una volta i cucchiaini per rimescolare lo zucchero in un caffè espresso fumante erano il più piccolo dei fratelli del set: cucchiaio da minestra, cucchiaio da dolce, cucchiaino standard e lui, appunto. Il minimo. Oggi non si usa più, ma è un po’ come l’anello da mignolo: molto, molto elegante…
Forgiate. Esistono quelle fatte con lo stampino ed esistono quelle forgiate, fatte a mano, pesati, essenziali, efficaci, eterne.
Gelato. Richiede un cucchiaio a sé: è quello che tende alla paletta, dalla concavità piatta e leggermente squadrata.
Hong Kong&c. Il mercato delle posate è stato invaso a partire dagli anni ’90 dai prodotti asiatici e in particolari cinesi, che hanno notevolmente abbassato i prezzi – ma mediamente (con eccezioni) anche la qualità.
Inox. L’acciaio inox, o inossidabile, è la base delle moderne posate. (Vedi anche lettera N)
Lavastoviglie. Le contemporanee sono decisamente più gentili con le posate. Che vi trovano posto. Con l’eccezione di manici di bambù e legno – a meno che quest’ultimo non sia impregnato di polimeri. Evitare la macchina anche per l’argento, lo Sheffield e il Silver-plated.
Marsiglia. Il sapone di Marsiglia, quello vero, è la cosa migliore per lavare le posate più delicate. Potete poi passare a un prodotto specifico – per l’argento, per esempio – con l’aiuto di un batuffolo di cotone, e poi finire il tutto con un panno di lana.
Nichel. Nelle classiche posate il nichel è in lega di acciaio inox in percentuali espresse con i numeri 18/0, 18/8 e 18/10. Il 18 si riferisce alla percentuale di cromo, il secondo valore alla percentuale di nichel. Il 18/10, il migliore, è quello che esprime il più alto contenuto di nichel, il che significa lucentezza simile all’argento e una qualche resistenza alla ruggine. Il 18/8 non arrugginisce ma può ossidarsi col tempo o formare macchie di calcare sulla superficie. Il 18/8 può facilmente piegarsi.
Opacità. Le posate comuni col tempo tendono a opacizzarsi. Che fare? Dopo averle lavate, immergetele qualche minuto nell’acqua che avrete prima fatto bollire con un paio di cucchiaini di bicarbonato. Poi sciacquatele con acqua fredda. Se l’alone persiste, provate il succo di limone o l’aceto bianco.
Pesce. Coltello da pesce – quello con la lama non affilata, che assomiglia a una spatolina – e forchetta da pesce – di solito leggermente appiattita – non possono mancare in un set di posate formale.
Quattro. Quasi tutte le forchette hanno quattro rebbi, ma alcune solo tre (per antipasti o dessert) o persino due (vedi lumache e astice).
Rebbio. Ed ecco la risposta a proposito della forchetta: no, i suoi denti non si chiamano denti, si chiamano rebbi.
Sheffield. Arriva dall’omonima cittadina inglese dove nella seconda metà del 1700 si diffuse questa tecnica di copertura in argento delle posate di altro metallo (rame, ottone, etc.). Rimane la più pregiata, più della Silver-Plated.
Tappo di sughero. Sulle vostre posate è comparsa la ruggine? Prendete un tappo di sughero, bagnatelo con sale e aceto e fregatelo su cucchiai, coltelli e forchette.
Uovo alla coque. Che cucchiaio usare per l’uovo alla coque? Ma quello da caffè, che domanda!
Ventisette. È il numero delle lucidature che possono ricevere le posate di livello top, persino tra i rebbi delle forchette.
Zucchero. Si si usa nel galateo per prendere lo zucchero dalla zuccheriera. Ha forma lobata, simile a una conchiglia.