Nutrirsi di insetti: se ne parla ormai da anni ma, ad eccezione dei temerari dell’alimentazione esotica, alle nostre latitudini tutti storcono ancora il naso di fronte a un piatto di cavallette, formiche o larve. Per questo l’Unione europea sta cercando una nuova prospettiva per coniugare il costante aumento della richiesta di proteine con la loro sostenibilità. E forse non siamo lontani dalla soluzione: usare gli insetti non per nutrire gli uomini ma gli animali (tradizionalissimi) che noi mangiamo, ovvero pesci, maiali e polli.
Dall’UE è così partito un progetto di ricerca triennale chiamato ProteInsect (leggi qui) per indagare come le mosche e le loro larve possano rispondere alla crescente domanda di proteine per l’alimentazione del bestiame. Prima di procedere in concreto con questa opzione, però, l’Unione vuole sgomberare il campo da dubbi e resistenze: secondo il coordinatore del progetto Elaine Fitches “non ha senso sviluppare questa idea, se le persone sono contrarie e non sono disposte a mangiare pesce o carne di animali allevati con una dieta a base di insetti”.
Per prima cosa, quindi, il progetto ProteInsect parte con un sondaggio, a cui tutti i cittadini comunitari sono invitati a partecipare (leggi qui) fino alla fine dell’estate, sull’alimentazione del bestiame con insetti. Come valutiamo l’eventuale rischio per la salute umana? E il suo impatto ambientale? Questo tipo di dieta quanto influenza le nostre scelte d’acquisto? Ecco alcune delle domande dell’indagine a cui siamo chiamati a rispondere. E i risultati saranno forse sorprendenti, visto che in un sondaggio analogo dello scorso anno il 70% degli intervistati si è dichiarato pronto a mangiare pollo, maiale e pesce alimentati con insetti.
Enza Dalessandri
30 marzo 2015
