Seguici su Facebook Seguici su Instagram

Poco sale e solo iodato, per un’infinità di ragioni

News ed EventiBenesserePoco sale e solo iodato, per un’infinità di ragioni

La carenza di iodio compromette molte funzioni. Ma quello che troviamo negli alimenti non è sufficiente al fabbisogno e l’industria alimentare è venuta in soccorso.

Condividi

Poco sale e solo iodato, per un’infinità di ragioni


La carenza di iodio compromette molte funzioni. Ma quello che troviamo negli alimenti non è sufficiente al fabbisogno e l’industria alimentare è venuta in soccorso.


“Passeggia in riva al mare che diventi più intelligente”: un tempo era una frase ricorrente, durante le mareggiate, nelle città di mare. La dicevano i nonni, o in generale i grandi, ai bimbi e ai ragazzini specie se in odore di esami scolastici. Perché nel mare c’è lo iodio e lo iodio contribuisce al funzionamento della ghiandola tiroidea, che gioca un ruolo importante nel regolare la produzione di energia dell’organismo, favorisce la crescita e lo sviluppo, stimola il metabolismo basale e aiuta l’organismo a bruciare il grasso in eccesso, aiuta l’acutezza mentale e la parola e influenza la condizione di capelli, unghie, pelle e denti. Ma lo iodio che fa bene, si deve mangiare. Ed è assolutamente cruciale assumerne una quantità sufficiente.

Fabbisogno giornaliero
Lo iodio si può trovare nel pesce, nelle alghe kelp, nell’aglio, nei fagioli, nei semi di sesamo, nei fagioli di soia e in spinaci, bietole, zucchine bianche e cime di rapa. In misura minore si trova anche nelle uova, nei prodotti lattiero-caseari, nei cereali e nella carne. Tutti gli abitanti del mare (anche i vegetali) lo assorbono dall’acqua di mare, eppure una dieta equilibrata, fatta di pesce marino e di tutti questi cibi, non è sufficiente a coprire il nostro fabbisogno iodico, ragion per cui il sale addizionato di iodio è necessario e sarebbe auspicabile fosse parte integrante delle abitudini alimentari di tutti. Importate inoltre è il consumo a crudo, perché la cottura lo deteriora. “Poco sale e solo iodato”: sottolinea il Ministero della Salute nella sua campagna di sensibilizzazione (clicca qui) e in effetti ci sono due o tre cose su questo sale che occorrerebbe aver ben chiare. Il sale iodato è un comune sale da cucina ricavato dall'acqua di mare o dalle miniere di salgemma, quindi addizionato artificialmente di iodio attraverso lo ioduro o iodato di potassio. Le quantità aggiunte vengono standardizzate in base allo stato nutrizionale della popolazione; in Italia, per esempio, ogni chilo di sale iodato contiene 30 mg di iodio, a fronte di un fabbisogno iodico per l'adulto di 150 microgrammi al giorno. Le donne in gravidanza e in allattamento ne devono invece assumere circa 50-100 μg/die in più, per assicurare un buon sviluppo del bambino.

L’importanza dello iodio
Lo iodio è essenziale per la produzione degli ormoni tiroidei e per scongiurare l’ipotiroidismo congenito, causa di gravi ritardi mentali nello sviluppo. E anche se lo screening neonatale obbligatorio fa sì che l’ipotiroidismo congenito sia un problema sempre più ridotto nel nostro Paese, consentendo una diagnosi tempestiva e un eventuale avvio della terapia ormonale sostitutiva, lo iodio continua a essere cruciale per grandi e piccini: contrasta molte patologie tiroidee e aiuta a sviluppare il sistema nervoso e mantenerlo allenato, incidendo in particolare sulle capacità di apprendimento. Nel mondo sono circa 2 miliardi le persone a rischio di sviluppare malattie da carenza iodica, che rappresenta la prima causa prevenibile di ritardo mentale. In Italia circa 6 milioni di abitanti sono esposti a carenza iodica ambientale e in alcune aree il gozzo (ingrossamento straordinario della tiroide) è ancora una patologia endemica.

La mappa dello iodio
Nel nostro Pianeta la distribuzione di iodio non è per nulla democratica, sia per la caratteristiche del territorio che per le consuetudini alimentari. La cosiddetta Global Iodine Map mostra infatti che nel mondo esistono molte regioni iodocarenti poiché da una regione all'altra varia la concentrazione di iodio nel terreno e dunque nei suoi frutti e nelle carni degli animali. E poi le abitudini alimentari influenzano moltissimo l'apporto iodico: si pensi al Giappone, Paese dove è comune il consumo di alghe, alimento molto ricco di iodio. Recenti sondaggi denunciano comunque una consapevolezza ancora insufficiente riguardo all’importanza dello iodio nel regime dietetico, sia da parte dei cittadini (e ancor più delle future madri) che dei pediatri. Ma l’industria alimentare questa volta è pronta a colmare le lacune: per legge il sale iodato deve essere disponibile in tutti i punti vendita dei generi alimentari. Il sale iodato è bianco e non altera i gusti degli alimenti, ma soprattutto non è un farmaco bensì un naturale complemento della dieta.

Emanuela Di Pasqua
14 giugno, 2016

photo credits: Wikipedia

Abbina il tuo piatto a