Un curioso e interessante studio, pubblicato sul Cochrane Database of Systematic e condotto dall'Università di Cambridge, dimostra quello che, forse, è già ovvio a tutti: più grandi sono i piatti nei quali viene servito il cibo e più difficile è trattenersi dal riempirli. La diretta conseguenza è quella di ingerire porzioni di cibo esagerate, con calorie e chili in più annessi.
Secondo gli esperti dell'Università di Cambridge, i piatti king size sono una minaccia per la salute delle persone perché si mangia di più senza accorgersene: le porzioni servite in proporzione al piatto sono spesso esagerate rispetto al fabbisogno normale.
La soluzione è molto semplice: ingannare la fame riducendo la circonferenza del piatto.
I piatti piccoli fanno sembrare abbondanti le porzioni, ingannano l'occhio e falsano così la nostra percezione della quantità di cibo necessario a soddisfare la nostra fame.
Gli autori della ricerca sono arrivati a queste conclusioni dopo aver esaminato i risultati di 61 studi precedenti, nei quali sono state coinvolte 6.711 persone.
Anche la professoressa Susan Jebb, consulente alle politiche alimentari e nutrizionali del Regno Unito, ha partecipato allo studio e ha sottolineato che, evitando porzioni fuori misura, i consumatori britannici possono ridurre 279 calorie al giorno, mentre quelli americani possono arrivare a un massimo di 527 calorie in meno.
E Brian Ratcliffe, docente di scienze della nutrizione presso la Robert Gordon University di Aberdeen, ha commentato che questa ricerca fornisce prove tangibili a sostegno di quella che è una verità lapalissiana: servire porzioni di cibo più grandi ne favorisce il maggior consumo; l'effetto è più evidente negli adulti rispetto ai bambini che probabilmente sono in grado di regolarsi meglio.
Infine la dottoressa Alison Tedstone, nutrizionista della pubblica sanità in Inghilterra, ha dichiarato: “Questo studio dimostra chiaramente che la riduzione dei piatti in cui vengono servite le pietanze è un modo efficace per tagliare le calorie. Visto che quasi i due terzi degli adulti sono in sovrappeso o addirittura obesi, è importante tenere sempre d'occhio le quantità di cibo a partire da quando si acquista, si cucina e infine si serve in tavola”.
In conclusione bisogna porre molta attenzione al diametro dei piatti così come all'altezza dei bicchieri: 100 grammi di pasta sembrano pochi in un piatto di 30-35 cm di diametro, ma diventano una porzione abbondante se riduciamo il diametro a 25 cm; per i bicchieri, invece, il nostro cervello tende a concentrarsi più sull'altezza che sulla larghezza portandoci a valutare in modo sbagliato la quantità di liquido versata. Il risultato è che ne mettiamo di meno nei bicchieri alti e sottili rispetto a quelli bassi e larghi, anche se nella realtà si percepisce esattamente il contrario.
Di conseguenza ecco le regole essenziali: piatto grande a colazione, piatto medio a pranzo e piatto piccolo a cena; bicchiere basso e largo per acqua, centrifugati di frutta, spremute; bicchiere alto e sottile per alcolici e bevande zuccherate.
Usando questi piccoli stratagemmi psicologici, che coinvolgano la vista più che il gusto, si può ingannare la fame e arrivare a perdere fino a un chilo al mese.
Monica Pilotto
17 settembre 2015