Dove c’è tanta storia, ci sono sempre tradizione e sapore, e la Puglia è sicuramente una terra ricchissima da questo punto di vista. Ecco quindi tre gustose e imperdibili scoperte da fare in Valle d'Itria.
1) La semplicità di Alberobello: dormire in trullo e mangiare a km 0.
Alberobello è nota per le sue specialità semplici ma golose. C'è lo sfricone, sughetto di pomodori maturi, aglio e peperoncino dove si intinge il pane raffermo; c'è il tradizionale ‘a tiedd, tegame di zucchine, patate, riso e cozze; c'è il calzone, pizza ripiena di cipolle, olive, acciughe e pomodori, e ci sono i gustosi lampagioni, cipollotti selvatici cotti al forno con le patate. Su tutti regnano le orecchiette con le cime di rapa e i cavatelli. Visto che qui il cibo è elogio della tradizione tanto vale gustarlo in una cornice adatta. Mangiare in un caratteristico trullo può riservare, tra l'altro, sorprese genuine: è il caso della Trattoria Terra Madre, dove protagonista è l’orto bio. Qui il menu è davvero a km 0, visto che in cucina approdano i prodotti raccolti, in base alla stagionalità, dal terreno su cui si affaccia la sala da pranzo. Per smaltire le gioie della tavola e fare pace con le lamentele della bilancia, è d'obbligo una passeggiata per Alberobello alla scoperta dei trulli che la rendono celebre nel mondo. Imperdibile il Trullo Sovrano, l'unico sviluppato su due piani e adibito a casa-museo arredata con gli oggetti originali del Settecento, e Casa Pezzolla, il più grande agglomerato di trulli comunicanti.
2) I tesori di Ostuni: un'antica masseria con frantoio ipogeo e gli ulivi da cui si ricava un olio preziosissimo.
Non c'è epidemia che tenga: in Puglia gli ulivi stanno bene. Vedere per credere. Fermarsi a Ostuni, all'Antica Masseria Brancati, è il modo migliore per scoprire da vicino uno dei tesori più importanti della regione: gli ulivi e il loro inimitabile olio, profumato, sano e biologico. I proprietari, Corrado e Antonella, sono felici di raccontare la storia millenaria di questi luoghi. Le mura fortificate, la scuderia medievale, il suggestivo frantoio ipogeo e quello ottocentesco sono l'affascinante cornice che avvolge in un abbraccio oltre trenta ettari di oliveto. Passeggiare in questa piana è come viaggiare nel tempo: gli ulivi secolari, alcuni millenari, si susseguono sfoggiando silhouette originali scolpite dalla natura come vere e proprie opere d'arte. Facile perdere la cognizione del tempo mentre si fantastica sulle figure nascoste nelle cortecce: profili sinuosi di donna lasciano il posto a bizzarre sagome di animali, in base alla prospettiva e alla fantasia di chi osserva. Qui il rispetto per le tradizioni è vivo anche nel metodo di coltivazione che offre un olio extravergine biologico eccezionale, declinato in tre diverse intensità. Perché, come spiegato durante la ghiotta degustazione, per ogni piatto c'è sempre il giusto condimento.
3) Il bianco di Locorotondo: il candore delle case e un vino Doc eccezionale.
In tema di viaggi nel tempo, Locorotondo è un altro luogo sorprendente. Qui sembra di essere sospesi nel tempo e nello spazio. Questo borgo meraviglioso deve il nome alla sua particolare forma circolare; quindi se passeggiando per le sue stradine sembra di girare in tondo, non c'è da stupirsi, perché è proprio così. Il fascino di Locorotondo sta nell'atmosfera fiabesca creata dal candore diffuso delle case tinteggiate con il latte di calce e acceso dai colori dei fiori che inondano terrazzi e scale delle abitazioni. Tra un vicolo a l'altro a sorpresa si aprono affacci sull'incantevole Valle d’Itria, il cuore della Murgia dei Trulli, con il suo paesaggio di uliveti e vigneti punteggiati da masserie con i muretti a secco. Ed è in questo scenario che viene prodotto l’ottimo bianco Locorotondo Doc, uno dei più classici vini bianchi della Puglia, ottenuto da vigneti della varietà Verdeca e Bianco d’Alessano. Fresco è moderatamente alcolico si abbina a minestre e primi di pasta e verdure, è ottimo con i formaggi a pasta molle del territorio, come le caciotte e le burrate, e naturalmente va a nozze con i piatti della tradizione a base di pesce.
Simone Pazzano
Novembre 2016