Mia madre, da sempre, sostiene che la colazione è il pasto più importante della giornata. Quando vivevamo tutti insieme, la prendevo in giro per questa sua convinzione mentre l’aiutavo ad apparecchiare la tavola fin dalla sera prima, in modo che il risveglio della nostra famiglia fosse accolto dal tepore confortevole della cucina. Ci prendevamo del tempo per parlare, bevendo caffè, latte, tè, mangiando pane burro e marmellata. Anche oggi, quando penso alle giornate che iniziano bene, vedo una tazza di tè fumante accompagnato da una fetta di torta di mele e uvetta o a una ciotola di latte e cereali croccanti con miele nocciole e cioccolato. Una colazione lenta, su una tavola ben apparecchiata, magari accompagnata dalla lettura.
Il tempo dedicato alla colazione in famiglia è in aumento perché è sempre più considerata un momento fondante per la socialità familiare e per l’equilibrio di corpo e mente, anche grazie alla grande varietà di cibi che si possono mettere in tavola: dai biscotti ai croissant, dagli smoothie alle brioche. Ma c'è anche chi questo rituale quotidiano ama compierlo al bar, dove l'offerta è sempre più ampia e di qualità.
Un'abitudine millenaria
La colazione è figlia di una saggezza che viene da lontano. Il pane intinto nel vino prima di iniziare la giornata ha accompagnato il risveglio delle popolazioni del Mediterraneo per millenni. In latino collatio-onis significa "mettere insieme" e dal IV secolo in poi, con il diffondersi del monachesimo, il termine tardo latino collationem indica la conversazione che si svolgeva nei monasteri a tarda notte e, per estensione, il cibo che veniva consumato durante questo momento comune. Solo dal VI secolo, con la riforma benedettina, questo momento fu spostato dopo le laudi mattutine e designò il primo pasto della giornata.
Dopo il boom economico
Per secoli, la colazione nell’Europa occidentale è stata sì il primo pasto, ma a metà mattina, dopo molte ore di lavoro: era composta dagli avanzi della sera precedente (pane raffermo, polenta, zuppa). Solo nel corso della Prima guerra mondiale venne introdotto tra le truppe l’uso di latte, caffè, cioccolato e gallette, che fino agli anni Sessanta non furono però una presenza costante sulle tavole degli italiani. Biscotti e i prodotti da forno confezionati fanno la loro comparsa già negli anni '50, ma le torte e le marmellate continuano a essere preparate in casa e solo dopo il boom economico la colazione prende una piega che la fa somigliare a quella attuale: non solo il caffè diventa la bevanda per eccellenza, accompagnato dal latte arricchito con prodotti solubili quali l’orzo e il cacao, per risvegli sempre più dolci. Forse anche troppo dolci visto che dagli anni '70 compaiono sulle tavole i prodotti light, con meno zucchero, le fette biscottate e lo yogurt; quest'ultimo protagonista millenario dell’alimentazione dai Balcani all’India, in Italia arriva grazie alle consuetudini anglosassoni.
Chi ben comincia...
La curiosità verso colazioni che non sono le nostre pervade tutti gli anni Ottanta: il rientro dalle vacanze studio nell’arcipelago britannico coincideva sempre con tragici racconti di uova, pancetta e bacon e fagioli a mollo in una non meglio identificata salsa. Dagli anni '90 in poi la salute, la genuinità e la filiera corta diventano i temi per eccellenza della nostra alimentazione: le farine sono sempre meno raffinate e con più fibre. Diminuiscono gli zuccheri e i grassi. Oggi la colazione si conferma una buona abitudine in crescita tra gli italiani, che per la maggior parte la preparano e la consumano in casa. Iniziare la giornata con latte e derivati, cereali e frutta migliora i parametri cardio-metabolici e le performance cognitive. E poi assumere un apporto adeguato di energie al mattino fa in modo che si arrivi all’ora di pranzo senza aver ingurgitato qualunque cosa pur di placare la fame. Insomma, devo riconoscere che mia madre aveva ragione.
Petunia Ollister
Pubblica su Instagram i #bookbreakfast. È nato così il volume Colazioni d'autore, pubblicato da Slow Food Editore. Si occupa di editoria e scrive per il quotidiano La Stampa
da Sale&Pepe Magazine aprile 2020
LA NOSTRA COLAZIONE IN NUMERI: COSA MANGIANO GLI ITALIANI
LA COLAZIONE È DIVENUTA UN'ABITUDINE PER IL 86% DEGLI ITALIANI, CHE VI DEDICANO ALMENO 10 MINUTIOGNI MATTINA. TRA QUESTI, L'85% CONSUMA IL PRIMO PASTO DELLA GIORNATA IN CASA E IL 40% LO FA CON CALMA, IMPIEGANDO ANCHE 30 MINUTI. GLI ALIMENTI CHE VANNO PER LA MAGGIORE SONO I BISCOTTI, PREFERITI DAL 58% DEGLI ITALIANI. CHI FA LA COLAZIONE A CASA, AMA ANCHE PANE E FETTE BISCOTTATE (19%), CHE CONSUMA SPESSO CON MARMELLATA, MIELE O CREME SPALMABILI. TRA LE BEVANDE PREVALE SEMPRE IL LATTE (35%) E SEGUONO IL CAFFÉ (33%) E IL CAFFELATTE (30%); IN COSTANTE CRESCITA IL TÈ, CHE È ARRIVATO AL 14%. CHI NON FA COLAZIONE SOSTIENE SOPRATTUTTO DI AVERE LO STOMACO CHIUSO (50%) O DI NON AVERE TEMPO (37%).