In genere la voglia viene in vacanza. Alzi lo sguardo in spiaggia oppure passi per una via assolata, e la vedi. Eccola lì, ancorata alle rocce o a un muro di sassi, una pianta di cappero lunga due metri, con le foglie carnose che si muovono al vento e quell’esplosione di fiori bianco rosati, con all’interno un ciuffo di peduncoli violetti. È bellissima. I capperi sappiamo come acquistarli, ma siamo consci che possiamo anche coltivarli? poprio così: la si coltiva in balcone. Convertire il terrazzo in un orto è sempre più diffuso. Con i capperi lo trasformiamo in una macchia di paesaggio magico, fruttoso e semiselvatico. E poi i capperi home made sono una soddisfazione in tavola, da mettere sotto sale o sottaceto per insaporire le pietanze estive, ma è inutile negare che a livello domestico la vera virtù è decorativa.
La fioritura è lunghissima, va da giugno a settembre, e lungo tutto questo periodo bisogna operare una scelta: se optare appunto per i fiori o per la cucina. Eh sì, perché i capperi altro non sono che i boccioli ancora chiusi. Se la fioritura è generosa si può barcamenarsi facendo mezzo e mezzo: cioè lasciando qualche fiore sulla pianta e prelevando un po’ di boccioli per vitello di tonnato, pizza bruschette, teglie di peperoni, coniglio e quant’altro. Poi, più avanti nella stagione, arrivano anche i frutti, detti cucunci, grossi e carnosi, protagonisti estivi nei bar da aperitivo. E quelli si possono cogliere a volontà, sono lì apposta.
Ma torniamo alla nostra pianta. Quando la si vede in natura, il primo istinto è delinquenziale, sì, viene voglia di arrampicarsi e portarla via. Da non fare assolutamente. Vuoi perché deturpare il paesaggio è incivile, vuoi perché probabilmente è anche illegale, vuoi perché tanto poi la pianta muore.
Come coltivarla in balcone
Per riuscire a coltivarla sul balcone bisogna acquistarne una di serra, ovvero già abituata a vivere in vaso e ad alimentarsi con adeguati fertilizzanti. La si può trovare nei vivai specializzati in ortaggi, nei consorzi agrari, in quei negozietti di paese che vendono zappe, semi e insalatine, nei mercatini di piazza. Una volta acquistata la piantina (non partite dal seme, è un’impresa botanica quasi impossibile), ecco come procedere.
1) Mettete il vasetto in una posizione assolata o semiassolata e lasciatelo lì per qualche giorno (irrigando come al punto 3).
2) Trasferite la pianta con il suo pane di terra integro in vaso di coccio più grande e profondo, che possa durare qualche anno: le radici sono delicate ed è bene non disturbarle spesso. Mettete su fondo uno strato di argilla espansa e riempite con terriccio soffice mescolato a un 30% di sabbia (li vendono già pronti).
3) Il cappero non ama l’umidità: bagnatelo poco e spesso, evitando che la terra sia fradicia o secca.
4) Se possibile evitate il sottovaso e sicuramente toglietelo per tutto l’autunno e l’inverno: i ristagni d’acqua sono letali.
5) Per una fioritura più copiosa potete chiedere in serra un fertilizzante adeguato.
6) All’inizio dell’inverno, quando saranno cadute le foglie, potate i rami tagliandoli a una lunghezza di 8-10 cm.
7) In inverno, chi abita in una zona a clima rigido (sotto gli 8°), dovrà proteggere la pianta: disponete della paglia sul terreno e avvolgete gli steli con tessuto non tessuto, oppure spostate il vaso nel vano scale o in un sottotetto.
8) Nel periodo di riposo, irrigate poco, solo quando la terra si asciuga, perché le radici assorbono poca acqua; un eccesso le farebbe marcire.
9) Dal punto di vista delle malattie, la pianta teme soprattutto le lumachine, da togliere a mano se possibile, anche per evitare di avvelenarsi con i pesticidi se volete mangiare i boccioli. È noto che il cappero attira le formiche, che non lo danneggiano, ma potrebbero essere un problema in ambito domestico. Soprattutto in questo caso, non usate insetticidi. In commercio (supermercati e serre) ci sono delle scatolette che contengono dissuasori in grado di allontanarle.
10) I capperi non possono essere gustati così come sono, appena colti dalla pianta: hanno sapore poco intenso e troppo erbaceo. Dovrete trattarli mettendoli sotto sale o sott’aceto. La tecnica migliore è quella del sotto sale, ne conserva meglio il gusto ed è più pratica: basta mettere i boccioli in una ciotola con abbondante sale grosso e mescolare di tanto in tanto per 3 giorni. Quindi si versa il tutto in un vaso a chiusura ermetica e si conserva in frigo.
Cristiana Cassé
aggiornato maggio 2023