Origini dell'hummus? Meglio non parlarne. L'ultima volta che qualcuno ha provato a legare il proprio Paese a questa salsa è scoppiata "la guerra dell'hummus", di natura diplomatica certo, ma non per questo meno agguerrita: cominciò nel 2006, con un'azienda israeliana che tentò di entrare nel guinness dei primati come produttrice di hummus, scatenò l'antagonismo del Libano e non è ancora finita. Diremo quindi che si tratta di una preparazione mediorientale che mette d'accordo le papille dei paesi arabi e quelle degli israeliani e che pure Turchia e Grecia considerano a buon diritto un loro "piatto tradizionale".
Fate l'hummus, non fate la guerra
La ricetta base è semplice: ceci frullati con aglio, olio, limone, sale e soprattutto con la tahina, una deliziosa crema di semi di sesamo tostati diffusa in tutto il Medioriente, che oggi anche nel nostro Paese viene venduta nei supermercati e nei negozi di specialità etniche. Ovviamente, come ogni ricetta giramondo, anche l'hummus conosce più versioni di quante se ne possano elencare.
Le varianti
Nei paesi a sud del Mediterraneo si completa con una copiosa spolverizzata di cumino, ma non mancano versioni molto piccanti, ricche di peperoncino. L'hummus con le olive a pezzetti si adatta al palato dei bambini, quello con prezzemolo e basilico può rinunciare all'aglio, mentre con lo yogurt, diventa cremoso e leggero.
Tanti usi
Servito su semplici crostini l'hummus sarà un aperitivo veloce, saporito e salutare; idem con pane carasau e arabo a fettine, spicchi di piadina o grissini. Con le verdure crude diventa un antidoto contro il caldo per fare il pieno di acqua e vitamine. Ma il suo gusto sapido può dare sapore anche ai sandwich vegetariani, all'insalata di pollo o di patate e alla pasta fredda. Inoltre si può preparare pure con altri legumi e ortaggi: così è buono sempre e, servito al centro del tavolo, sa stimolare convivialità e condivisione, non certo la guerra.
di Daniela Falsitta
foto di Felice Scoccimarro
da Sale&Pepe Magazine aprile 2020