Sono tipici di tutto il territorio pugliese dalla caratteristica forma ad anello, si trovano in commercio al naturale oppure arricchiti con spezie e sono ottimi per l'aperitivo e per uno snack
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Croccanti e irresistibili, sono un prodotto da forno a forma di piccola ciambella, dalla superficie liscia e dorata; le dimensioni, la forma più o meno allungata e lo spessore possono variare.
Made in Puglia Benché siano tipici di varie regioni, soprattutto del Sud (Basilicata, Molise, Sicilia, Campania), i taralli più conosciuti e comuni sono quelli pugliesi (inseriti fra i PAT della Regione Puglia), dove si racconta siano stati inventati intorno al 1400 durante un periodo di carestia. Da qui si sono diffusi in tutta la Penisola e oggi sono largamente presenti al supermercato, in gran parte a marca del distributore. Secondo i dati Nielsen, il loro consumo è aumentato durante la pandemia, come quello di altri snack salati.
Pochi e semplici ingredienti La ricetta tradizionale pugliese prevede che gli ingredienti dei taralli siano pochi e semplici: farina 00, olio d'oliva, vino bianco e sale; alcuni produttori aggiungono lievito di birra. Ci sono però molte varianti: dalla farina, che può essere integrale, di grano duro, multicereali, di farro, riso, anche senza glutine e di legumi; agli aromi e spezie: non solo i classici finocchietto e peperoncino, ma anche pomodori secchi, cipolla, semi di sesamo o di zucca, curry, curcuma e altro. Inoltre esistono le versioni dolci. La ricetta prevede due cotture: prima gli anelli d'impasto vengono bolliti in acqua e olio, poi passati in forno, rendendoli così più croccanti.