Palermo, un tempo, era nel cuore della Conca d’Oro. Fino alla metà del secolo scorso, la pianura che circonda la città era un unico, grande giardino di agrumeti. Un angolo di paradiso: negli ultimi cinquanta anni, purtroppo, la città si è allargata e le costruzioni si sono mangiate i terreni coltivati, riducendoli quasi dell’80% ed esponendo l’area a forti rischi di dissesto idrogeologico. Palermo si è ingrandita, e con la riduzione delle aree agricole coltivate ad agrumi si è rimpicciolito un polmone verde molto importante per garantire un giusto grado d’umidità e un arricchimento costante delle falde acquifere.
Della Conca d’Oro palermitana è però rimasta intatta ancora una parte: la borgata di Ciaculli, coltivata quasi totalmente a mandarini all’interno del Parco Agricolo di Palermo, un progetto della città di Palermo, finanziato dalla Comunità Europea. Il territorio di Ciaculli – Croceverde Giardina costituisce l'ultima, estesa area agricola del comune di Palermo, la parte residua dell’originario territorio agricolo della Conca d’Oro.
Capolavoro spontaneo della Natura
Ed è proprio qui che circa ottanta anni fa, negli anni ’40, per una mutazione gemmaria naturale del mandarino precoce Avana, è nata una varietà nuova e particolare che maturava più tardi, da gennaio a marzo/aprile. Un mandarino dolcissimo e succoso, pochi semi e scorza fine, che si diffuse in modo rapido tra i coltivatori della zona: si trattava del Mandarino Tardivo di Ciaculli, che deve il suo nome alla borgata in cui è stato scoperto e al periodo di maturazione, “tardivo” rispetto ad altre varietà. Per le particolarità del territorio, questa cultivar esibisce una incredibile ricchezza organolettica, con caratteristiche antiossidanti e nutrizionali uniche e inimitabili.
La coltivazione
La pianta raggiunge un’altezza di circa 3 m, con una chioma del diametro di 3 mt. Nel mandarino la messa a frutto ha inizio dopo 2-3 anni dall’innesto, mentre per una buona produttività si deve attendere 4-5 anni.
I Mandarini Tardivi di Ciaculli vengono coltivati con tecniche non invasive, convenzionali o bio, “Sempre totalmente naturali, nel rispetto dell’ambiente e del consumatore”, come ci spiega Giovanni D’Agati, produttore, fondatore e presidente (ma a lui questo titolo non piace) del Consorzio Il Tardivo di Ciaculli, nato nel gennaio 1999.
Il Consorzio
Il Mandarino Tardivo di Ciaculli oggi è la produzione più prestigiosa di un consorzio che riunisce 250 aziende, piccoli coltivatori dell’Agro palermitano, con un raccolto medio di 6.000 tonnellate l'anno. Il Consorzio è l'unico ente a tutela del presidio Slow Food del Mandarino Tardivo di Ciaculli ed è l'unico a garantire rigidi controlli sul prodotto nel rispetto dello specifico disciplinare di produzione del Tardivo di Ciaculli Presidio Slow Food®.
“Dietro ogni frutto c’è il territorio, ci sono storie, persone, emozioni” spiega D’Agati con passione “È un mandarino unico e inconfondibile: solo se ha un bouquet incredibile, una contenuto zuccherino, la scorza sottile e la presenza del seme, è un vero Tardivo di Ciaculli”, continua.
A tavola
Sul mercato arrivano frutti di stagione, mai conservati in celle frigorifere, raccolti nel pieno del loro sapore. Riconoscibile dalla tipica forma appiattita, il Tardivo di Ciaculli presenta una polpa molto succosa che non tende ad asciugarsi, il forte aroma tipico dei mandarini e un gusto dolce; la scorza è sottile e si stacca facilmente.
Dolce e succoso, il Tardivo di Ciaculli è naturalmente buonissimo fresco, a fine pasto o durante la giornata, ma non solo: pasticcieri e gelatieri siciliani lo utilizzano per granite, gelati, gelatine, spremute, canditi per grandi lievitati come panettoni e colombe. Il Consorzio produce una deliziosa marmellata e un raffinato liquore da una ricetta centenaria, il Rosolio al Tardivo di Ciaculli.
Si ringraziano Giovanni D’Agati e il Consorzio Il Tardivo di Ciaculli
www.tardivodiciaculli.net
Francesca Tagliabue
febbraio 2023