Seguici su Facebook Seguici su Instagram

Coniglio ripieno, specialità marchigiana

News ed EventiPiaceriConiglio ripieno, specialità marchigiana

Una delle tante interpretazioni di questo piatto tipico tra tradizione ed eccellenza del gusto

Condividi

Si dice Marche e si pensa al mare. Eppure è la civiltà contadina ad aver lasciato l’impronta più significativa nella cucina della regione. Basta pensare ai pregiati maiali da cui si ricavano pancette e salami e ad altre carni di prima qualità: piccola cacciagione (nelle Marche sopravvive ancora il culto della caccia) e animali da cortile, soprattutto conigli. Questi ultimi, dalla polpa tenera e saporita grazie a un allevamento che prevede un’alimentazione naturale e che si sposa a meraviglia con le erbe aromatiche tipiche della regione, vanno alla grande sulle tavole dell’entroterra, da Urbino a Macerata, ma anche nelle zone collinari prossime alla costa.

Basta sfogliare un qualsiasi ricettario, antico o recente, per trovare tante istruzioni diverse per cucinare il coniglio nei modi più svariati. Tagliato a pezzi si fa alla cacciatora (con capperi, acciughe e olive), all’arrabbiata (con lardo, aglio e rosmarino), in salsa bianca (ammorbidito con latte e brodo), per citare solo alcune tra le tante interpretazioni. Tutti piatti quasi sempre cucinati con le verdure dell’orto di casa: pomodori, patate, cipolle e perfino cetrioli. Ma la vera specialità della regione è il coniglio intero farcito. Dalla canonica “porchetta”, in cui prevale il finocchio, l’erba principe di queste zone, alle numerose varianti di ripieni a base di carni e salumi, la scelta è vasta, e ogni località rivendica il suo piatto come il più tipico.

Strategie casalinghe

Il procedimento per questo tipo di preparazione è abbastanza semplice: si sistema il coniglio, aperto, sul piano di lavoro, si stende sopra uno strato di ripieno e si arrotola ben stretto. Per tenerlo chiuso durante la cottura le più esperte cuciono insieme i lembi della polpa con un grosso ago e refe da cucina, facendo molta attenzione a non fare strappi, ma può bastare anche una fitta legatura con uno spago da arrosti, come proposto nella ricetta della pagina precedente.

C’è chi non lo disossa, ma in questo caso il momento del taglio potrebbe essere problematico e difficilmente le fette saranno compatte e di bell’effetto. Quindi meglio armarsi di pazienza e di un coltello affilatissimo e scalcare delicatamente dalla polpa costole e spina dorsale. Operazione da “specialisti”, che a richiesta sarà ben contento di fare il vostro macellaio.

di Miriam Ferrari, in cucina Antonella Pavanello, foto di Michele Tabozzi

Parola d'esperta

Per Emanuela Della Mora, leggendaria cuoca del Ristorante Marchese Del Grillo di Fabriano (tel. 0732 625690) il coniglio ripieno è uno dei piatti più stuzzicanti della cucina marchigiana perché racchiude sapori e profumi di quella terra generosa. Lei lo interpreta secondo tradizione e con qualche tocco innovativo suggerito dalla figlia Serena (a destra nella foto), ai fornelli insieme alla mamma, ma soprattutto maga dei dolci. Risultato, una ghiotta specialità all’altezza di questo elegante locale.nnChe caratteristiche deve avere un buon coniglio? nnIo utilizzo animali allevati nelle nostre campagne, nutriti con fieno ed erbe spontane, e dell’età di circa 6 mesi, quando le carni sono tenere e profumate.nnCome va trattato prima di cucinarlo?nnSi può lavare semplicemente in acqua e aceto, oppure insaporire in una marinata aromatica. Io lo lascio immerso per una notte nel Verdicchio aggiungendo finocchietto, rosmarino e santoreggia.nnC’è qualche alternativa ai tradizionali ripieni di carne? nnGli ospiti del mio ristorante amano in particolare il ripieno a base di lenticchie, ceci e fagioli, adatti anche per accompagnare il piatto.nnMeglio cuocerlo in forno o in casseruola?nnSi può fare nei due modi, ma io preferisco la cottura sul fornello per controllare meglio l’intensità della fiamma che non deve essere mai eccessiva.

Abbina il tuo piatto a