Addio aperitivo, benvenuto dopo cena! Da Milano a Palermo, dalla Campania alla Puglia, torna il piacere di fare serata tra cocktail dedicati, quattro chiacchiere e un po’ di musica
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Dopo una serata passata al ristorante, o una semplice cena a casa, sta tornando la piacevole abitudine di ritrovarsi o rimanere fuori per bere un drink after dinner. Una tendenza interpretata da locali sempre più numerosi: sia cocktail bar, che scelgono di puntare sulla seconda serata, sia appunto ristoranti con banconi e bartender di tutto rispetto. Una strategia per “trattenere” i clienti anche a fine pasto e accoglierne di nuovi. Non di rado cambiando faccia, da una certa ora in poi, e proponendo musica e intrattenimenti vari.
Dall’apericena al dopo cena
La scena, insomma, sta cambiando. Parlando di bere miscelato, non c’è dubbio che per noi italiani, e non solo, un momento che ancora scandisce le nostre giornate e i fine settimana è da sempre l’aperitivo, per concedersi un po’ di relax post lavoro o ingannare il tempo prima di cena, quando non proprio “fare pasto” con la moda - questa sì decisamente in calo - del cosiddetto apericena. Ma anche questo appuntamento, forse, sta pian piano perdendo un po’ del suo fascino.
“L’aperitivo non esiste più”, provoca (ma non troppo) il campano Alfonso Califano fondatore, insieme a Natale Palmieri, di Cinquanta Spirito Italiano a Pagani (Salerno): versione terzo millennio del bar sport anni ’50-’60 con l’intenzione dichiarata di accogliere gli avventori a 360 gradi e a tutte le ore, dalla colazione allo svago serale (foto in alto).
Cosa bere dopo cena
Nonostante il Negroni sia il drink più servito al mondo, e la miscelazione “apristomaco” a base di vermouth e bitter non passi mai di moda, Califano riconosce che il 60-70 per cento dei ricavi del suo locale arrivi dopo le nove di sera: “Quando il sole scende, si può giocare con l’acidità per smorzare gli effetti di un pasto consistente con drink della famigli dei sour a base rum o a base whisky. Oppure giocare con il richiamo di un fine pasto utilizzando amari, bevande al caffè o cocktail creamy (cremosi) come il nostro Got Milk preparato al blender con Barcelò Imperial Rum, Amaro Lucano, Liquore Autentico Trucillo e caffè”. Il trend, spiega ancora Califano, è la naturale evoluzione o il naturale prolungamento del connubio tra cibo e cocktail: se da Cinquanta stanno studiando un menu degustazione con drink in abbinamento, anche indirizzi illustri come Casadonna di Niko Romito, tre stelle Michelin, propongono pairing creativi puntando su bitter, essenze e fermentati artigianali.
Tornanado all’after dinner, l’opportunità di assaporare un cocktail dopo mangiato permette tra l’altro di sceglierlo in modo più ponderato: l’organismo può “affrontare” bevande più complesse e strutturate e tollerare gradazioni alcoliche che sarebbero proibitive a stomaco vuoto. Quando la notte è ancora giovane, ci si può prendere il tempo di consultare la carta in tutta calma, confrontarsi con il barman per scoprire ingredienti insoliti (nella foto in alto, un Martini alla melagrana) e aprirsi ai suggerimenti sulla base dei gusti personali.
Notti milanesi
In quella che fu la “Milano da bere”, oggi animata da una vivace vita notturna, incarnano la formula vecchie e nuove insegne. Ristoranti come Dabass, dalla proposta gastronomica contemporanea, e il suo “gemello” Il Nemico, con le sue pizze speciali, affiancano alla cucina una miscelazione di alto livello riempiendo i dehors fino a notte inoltrata.
Altrettanto accade ai tavolini in ferro battuto di Al Cortile, incastonati in un isolato di tipiche case di ringhiera dove tirare tardi anche all’interno, nella grande sala dominata proprio dal bar (foto in alto). Con la stagione che avanza, del resto, è sempre bello di indugiare all’aperto. Piacciono i roof top, da Terrazza Duomo 21, affacciata sulla cattedrale meneghina, a I Mirador, sul tetto dell’hotel 21 House of Stories, dove gustare a bordo piscina i drink di Franco Tucci Ponti.
Sono molto amati anche i giardini come quello “segreto” del Tommy Hilfiger Cafè by Martas, da poco rinnovato, con il banco bar open air nascosto nel cuore di Porta Venezia (foto in alto).
Chi ristruttura il ristorante non di rado punta anche sul bar per un effetto wow garantito. È il caso di Manna, storico indirizzo di fine dining con affaccio su una delle piazze più piacevoli e poco conosciute di Milano: nel suo recente make over il patron Matteo Fronduti ha deciso di dare nuovo lustro al bellissimo bancone (foto in alto), affidato all’estro di Mattia Mizzi.
Da Gesto, ristorante dalle molte anime fresco di rilancio, oltre a una saletta privata c’è una vera e propria Cocktail House (alla guida la mixologist Alessia Bellafante) e Disco Malinconia, il “listening bar” con una collezione di oltre 300 vinili (foto in alto).
Per fare serata come si deve, infatti, oltre a bere bene occorre anche la giusta dose di divertimento. Così all’Alibi Music & Spirits i cocktail (ma anche le birre) si sorseggiano al banco (nella foto in alto e in apertura) o in sala mentre sul palco si alternano stand-up comedians, band di musica dal vivo e dj set.
Qualcosa da stuzzicare, mentre si beve, non manca mai anche nei locali più aderenti alla formula cocktail bar. Da Afterlove, nuovissima apertura di ispirazione Miami, bites (piccoli assaggi, ottime le olive calde al limone) e mains (come tacos e alette) accompagnano i signature (foto in alto Disco Berry) e i drink alla spina scelti dalla lista curata per l’occasione da Milo Occhipinti.
E proprio Occhipinti nel suo locale Unseen ha per così dire tagliato la testa al toro e apre direttamente alle 21. Ben si adatta a fare le ore piccole la sua proposta netta e senza fronzoli, da gustare seduti a un social table che fa esattamente quel che promette, ovvero fa socializzare. Quale attività migliore per la seconda o anche la terza serata?
Tendenza italiana
Se siamo partiti dalla Campania, con Alfonso Califano, è perché il fenomeno after dinner piace sempre di più e raccoglie consensi in tutta Italia, decretando il successo delle nuove aperture e consolidando quello dei locali già affermati da tempo.
Spostandoci allora a Napoli, un indirizzo da segnare è ScottoJonno (foto in alto), affascinante caffè letterario con librerie cariche di volumi in cui si respira cultura e si beve più che bene grazie alla collaborazione tra il bartender resident, Leandro Ruggiero, e Domenico Carella, nome di spicco della mixology italiana. Mentre Dario Tortorella dell’Antiquario, speakeasy partenopeo in classifica 50 Best, è appena stato insignito del premio come Best Italian Bartender al Roman Bar Show.
A Roma l’atmosfera giusta si respira al Jerry Thomas Speakeasy (foto in alto), il primo secret bar d’Italia, anche questo nella classifica 50 Best: ci si va per il revival della miscelazione anni ’20 e ’30 e per provare il Vermouth del professore che porta la loro firma. Mentre per una serata caliente l’insegna giusta è La Punta Expendio de Agave, protagonisti i grandi distillati messicani, tequila e mezcal. Sempre nella Capitale Alejandro Mazza, Advocacy manager Italia per Pernod Ricard e grande esperto del settore, consiglia Spirito al Pigneto, con una drink list ispirata alla storia dell’antica Roma al motto di “La vita è troppo breve per bevute mediocri”.
Ancora dal taccuino di Mazza due mete per l’estate. La prima è Trésor, a Gallipoli (Lecce): una foresta incantata di vegetazione mediterranea in salsa esotica con una proposta classica (foto in alto) e una vastissima scelta di Gin Premium. La seconda è Cantavespri a Palermo, ospitato in un palazzo patrizio cinquecentesco, che oltre ai grandi classici propone una inaspettata drink list pop ispirata ai 7 peccati capitali. Come bicchiere della staffa noi opteremmo quel quello intitolato Lussuria: Mezcal, cordiale di fragole, acqua di cocco ed egg foam. E buonanotte!
Francesca Romana Mezzadri Ha collaborato Elena Aliotti Giugno 2024