Secondo un'ultima ricerca di The Fork, che fotografa il mondo della ristorazione femminile e che indaga il punto di vista delle donne chef, il 72% delle intervistate tendono a rimanere a lungo nel luogo dove lavorano, spesso fin dall’apertura. Un altro dato però è emerso dall'indagine: ben il 39% dichiara di aver incontrato parecchi ostacoli a causa del proprio sesso.
Essere uomini in cucina è più facile
Anche se oltre la metà delle donne intervistate (il 52%) è convinta che il numero delle chef sia aumentato negli ultimi 5 anni, due su tre (60%) sostengono che essere uomo facilita il percorso lavorativo nella ristorazione. Al momento oltre nel 60% dei ristoranti non è presente una chef.
La quota rosa di chef aumenta di anno in anno
Una buona maggioranza tra chi ha dichiarato di avere chef uomini in cucina, dichiarano che decisione non abbia nulla a che vedere con il genere d’appartenenza. Questo è un buon segno che questa situazione possa cambiare sempre più rapidamente. Sono tante, del resto, le chef famose che si sono distinte negli ultimi anni nella ristorazione italiana: le più note tra quelle riconosciute da chi ha risposto al sondaggio sono Antonia Klugmann (7%), Cristina Bowerman (6%), Nadia Santini (5%), Annie Féolde (4%) e Viviana Varese (3%).
In cucina la solidarietà è donna: il caso di Jessica Rosval
Emblematico il caso di Jessica Rosval, giovane chef di origini canadesi che, dopo un’esperienza di cinque anni all’Osteria Francescana di Massimo Bottura, nel 2019 è stata scelta dallo stesso Bottura e dalla moglie Lara Gilmore per gestire la cucina di Casa Maria Luigia a Modena. Nel 2021 le Guide dell’Espresso l’hanno scelta come “Cuoca dell’Anno”. E proprio la Rosval insieme a Caroline Caporossi AIW - Association for the Integration of Women, associazione modenese fondata nel 2020 che ha come obiettivo quello di fornire alle donne migranti una formazione professionale che permetta loro di integrarsi attivamente nel tessuto della società italiana: “Ci siamo rese conto, soprattutto nel periodo della pandemia, che tantissime donne arrivate in Italia per diversi motivi non riuscivano a vivere all’altezza delle loro capacità e del loro potenziale, a vivere la vita che avevano sognato. Ci siamo chieste cosa potevamo offrire a queste persone: io ho le mie conoscenze da chef, quindi perché non metterle a disposizione?”.
AIW il progetto
“Il nostro progetto si articola in due parti: la prima è la formazione culinaria, che offriamo specificamente a donne migranti della nostra comunità alle quali insegniamo le tecniche base della cucina e anche i fondamenti del mondo del lavoro in Italia”, continua Jessica Rosval sottolineando come l’obiettivo dei quattro mesi di corso è quello di conferire a queste donne non solo le competenze ma anche la fiducia necessaria per inserirsi in qualsiasi realtà del mondo della ristorazione, scelta in base alle loro capacità, alle loro inclinazioni e ai loro impegni pratici in famiglia. Ma a questo si affianca anche l’apertura di un ristorante vero e proprio: “In secondo luogo, stiamo per aprire il ristorante Roots: è importante perché sarà una società cooperativa i cui profitti andranno reinvestiti subito nei progetti di formazione e, soprattutto, rappresenterà la prima destinazione di chi esce dai corsi, in modo da dare un’idea concreta di come funziona questo tipo di professione”.
Come sta cambiando il mondo della ristorazione?
“Una volta questo settore, come tutti gli altri, era dominato dagli uomini, ora le donne stanno facendo sentire sempre più la loro voce. Diciamo basta al dover ogni volta dimostrare di essere all’altezza, ribadiamo che anche noi abbiamo idee, esperienze, storie da raccontare” racconta la Rosval. E aggiunge: “Io non ho nulla da dimostrare agli uomini che pensano che non ci sia spazio per le donne in cucina, di loro non m’interessa. So che in questo momento della mia vita sono dove devo essere”. Ecco che appunto il messaggio finale di Rosval è proiettato verso il domani: “Escludere le donne è una cosa del passato, tutta la bellezza e la luce, invece, stanno nel futuro. E io scelgo di vivere lì”.
Ecco le donne del food che meritano una menzione
Non sono molte in proporzione agli uomini nel settore, ma certamente si fanno sentire. Creative, visionarie, imprenditrici di successo, impegnate a sostenere con la propria attività il talento femminile. Alcune più conosciute di altre, ecco la nostra lista di donne che hanno molto da raccontare nel mondo del food&wine.
Le donne in cucina
Lara Gilmore, fondatrice di Food for Soul
La ragazza appassionata di arte che nell’aprile del 1993 ha fulminato Massimo Bottura in un bar di Soho è forse una delle donne del food più influenti. Figlia di Kenneth, direttore della celebre rivista Reader’s Digest e di Janet, appassionata di cucina, ha creato una rete internazionale per fare del bene e aprire con l'associazione Food For Soul che ha fondato, i Refettori, che accolgono persone bisognose in tutto il mondo.
Solaika Marocco
Giovanissima, classe 1995, vincitrice del Premio Birra Moretti Gran Cru 2017, è la chef stellata più giovane d'Italia, vince anche il premio Giovane dell'anno per la guida Michelin 2022, è l'unica donna a ricevere il Macaron nell'ultima edizione per il ristorante Primo a Lecce.
Ludovica Rubbini
La donna che ha saputo trasformare l'agriturismo di famiglia, El Brite de Larieto a Cortina, in un ristorante con una stella Michelin. Tra le maggiori fautrici della cucina di montagna, insieme al marito e chef Riccardo Gaspari ha aperto anche il caseificio Piccolo Brite, aperto nel 2012, primo aperto a Cortina dopo moltissimi anni.
Caterina Ceraudo
Chef e sommelier 32enne, Caterina Ceraudo ha ottenuto la stella in un angolo sperduto della Calabria: il suo ristorante Dattilo è un piccolo miracolo, che segue a Cirò Marina insieme all'azienda vinicola di famiglia.
Le donne pasticcere
Debora Massari
Erede dell'altisonante nome di Iginio Massari, il padre, ha preso le redini dell'azienda. Molto attenta all’ambiente e a cause sociali ha ideato un dolce per l’Amazzonia, legato al tema della salvaguardia del pianeta: si tratta di una doppia mousse al pistacchio e cioccolato, bacio di dama meringato al cioccolato e alla vaniglia, pan di Spagna, bagna all’arancia e al cioccolato.
Loretta Fanella
Può vantare il titolo di decana delle pastry chef in Italia. Nel suo curriculum vanta esperienze da Carlo Cracco, quando ancora il suo nome era legato a quello di Peck, a El Bulli di Ferran e Albert Adrià, all’Enoteca Pinchiorri.
di Camilla Rocca
marzo 2022