Da qualche anno i terrazzi degli italiani si sono tinti di verde, trasformandosi in piccoli orti urbani: milioni di cittadini ‘giocano’ ai piccoli agricoltori in casa propria e la tecnica prescelta è sempre più verticale. Abbiamo parlato in passato dell’armadio-orto, occupiamoci adesso più nello specifico dell’orto verticale. Lo spazio c’è, ed è sopra le nostre teste.
Il concetto è geniale nella sua semplicità: estendersi in su invece che in là, per massimizzare la resa negli spazi urbani. Come i grattacieli, con la differenza non da poco che qua si produce verde che respira, verdure e frutti colorati che nutrono. Il tutto, in piena tendenza km zero e sostenibilità.
L’agricoltura verticale esiste da oltre un secolo. Prima come idea – vedi il grattacielo utopico immaginata nel 1909 e apparso poi nel libro Delirious New York. Novant’anni dopo, nel 1999, l’attuale concetto di agricoltura verticale prende forma compiuta grazie all’ecologo Dickson Despommier, della Columbia University, che teorizza quest’approccio per dar da mangiare al mondo sovrappopolato e sovra-urbanizzato del nostro 21esimo secolo, consumando meno energia e sprecando meno risorse.
Non solo privati: sono sempre di più le aziende che si dedicano all’agricoltura verticale, in particolare grazie all’idroponica (coltivazione in acqua arricchita di sostanze nutritive) e all’aeroponica (senza terra, immersi in una sorta di vapore arricchito). Un’industria decisamente in crescita, che sfrutta gli interni anche per ovviare ai danni del cambiamento climatico da noi stessi in buona parte scatenato. Occupiamoci però qui degli orti verticali di casa nostra.
La tecnica più banale ma non per questo stupida è quella degli scaffali, uno sopra l’altro, arrampicati a muri e pareti come micro-terrazzamenti scoscesi di un paesaggio casalingo. Esistono anche vasi pensati appositamente per creare vari strati e soluzioni ad hoc in vari materiali, come multi-tasche appendibili in materiale di stoffa impermeabilizzati. Per il fai-da-te, sbizzarritevi utilizzando all’interno e/o all’esterno, in materiali impermeabili e resistenti: dai vecchi stivali di gomma agli ombrelli alle scatole dei biscotti come contenitori. Per quanto riguarda la struttura rigida, tubi idraulici, mensole, ganci, fioriere. E ricordate che i pallet si trovano gratuitamente, anche presso negozi di edilizia/giardinaggio.
L’orto verticale può essere realizzato all’interno e/o all’esterno. In ogni caso, è importante scegliere il posto con cura, prendendo in considerazione in fattore ingombro e quello luminosità & caldo/freddo. Non avete scelta, il posto possibile è solo quello? Provateci! Scegliete allora le piante che vi si possono adattare meglio. Quanto spazio ci vuole? Basta un metro quadrato! Mi raccomando, occhio all’estetica: il balcone piuttosto che quell’angolo della casa hanno il potenziale di diventare micro-oasi di gusto in tutti i sensi!!!
Per quanto riguarda il cosa coltivare, non c’è che l’imbarazzo della scelta. E non si tratta solo di un’attività estiva: anche la stagione invernale può essere fruttuosa. Ovviamente non fatevi mancare le piantine aromatiche, a partire dal peperoncino fino ad arrivare al scenografico cappero. Tra gli ortaggi, sperimentate senz’altro le insalate e poi anche i pomodori (che sono resistenti agli sbalzi di temperatura), i ravanelli, i cavoli piuttosto che le zucchine. E come frutta? Provate intanto le fragole, non sono così difficili!
Naturalmente – ça va sens dire – tutto, dalla terra ai semi ai prodotti che eventualmente userete, rigorosamente biologico: avere la produzione casalinga cosa serve se poi ce la avveleniamo da soli?!? Avere un piccolo angolo verde e fruttifero nella nostra dimora è più della soddisfazione del pomodoro nato in casa: ci regala un contatto prezioso con la terra e il suo nutrimento, che non è solo quello del corpo (ma anche!).
Lo sapete che gli equipaggi marziani sono dotati di orti verticali a bordo dei propri velivoli? Già, si chiama Hortextreme ed è un prototipo realizzato dall’ENEA, l’Agenzia Spaziale Italiana e Università di Milano, nell’ambito della simulazione di una missione su Marte: 4 metri quadrati di orto spaziale per crescere microverdure e nutrire al top i membri dell’eventuale equipaggio marziano. Bello, no?
Carola Traverso Saibante
dicembre 2019