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Sei foodie o cuisinomane? Le 10 nuove parole della cucina

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Per essere al passo con i nuovi trend della cucina bisogna anche imparare a esprimersi nel modo giusto…

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Cambiano le abitudini e con esse i termini che definiscono cibi e filosofie alimentari. Il New York Times ha stilato la classifica dei dieci neologismi gastronomici più gettonati dell’anno, alcuni ormai accettati da accreditati dizionari.

Climatariani: un modo di mangiare il cui obiettivo primario è quello di non influire sul cambiamento climatico. I climatariani scelgono cibi prodotti localmente per ridurre i trasporti, preferiscono carne suina o avicola al manzo per limitare le emissioni di gas e consumano i cibi integralmente (torsoli, bucce, croste di formaggio) per limitare gli sprechi.

Cat cafè: ovvero locali dove i gatti sono ben accetti e girano indisturbati (spesso si tratta di colonie di trovatelli). Ne è un esempio il Meow Parlour, aperto a Manhattan nel 2014, ma anche gli italiani Neko cafè di Torino (neko significa gatto in giapponese), il Crazy cat cafè di Milano e tanti altri ancora. La tendenza è nata in Asia, in risposta alle regole imposte da alcuni condomini di ultima generazione che non permettono di tenere animali in casa. Il termine cat cafè è entrato nell'OxfordDictionaries.com nel 2015.

Butter cookies: sono i golosissimi biscottini al burro, originari di Belgio e Olanda, poi fatti propri dagli Usa e ora dal resto del mondo.

Foodie: amante della cucina, buongustaio.

Cuisinomane (si pronuncia quisinomàn): l’alternativa franco-canadese di foodie. A coniare il termine è stato l’Office Québécois de la langue française, un’agenzia che ha il compito di mantenere il francese come lingua viva in Quebec ed è particolarmente riluttante ad adottare parole dall'inglese.

Hangry: dalla fusione delle due parole inglesi hungry (affamato) e angry (arrabbiato), significa così affamato da diventare aggressivo. È stato aggiunto all’OxfordDictionaries.com nel 2015.

Mayo: è il nuovo modo di chiamare la maionese. Il termine nasce da una querelle tutt’altro che risolta. A inventarlo è stata una società alimentare vegana che produce maionese senza uova, contrastata da due multinazionali americane che rivendicano l’ingannevolezza di questo termine. Sono ancora per avvocati, ma la parola è ormai di uso comune.

Piecaken: è un antico dolce americano multistrato, un mix di tre torte diverse davvero complicato da realizzare. In passato si chiamava cherpumple. A lanciarlo in twitter e a farlo dilagare sia in senso lessicale che gastronomico è stato lo chef Zac, giovane pasticcere dei ristoranti del gruppo David Burke. Il dessert è ora diffuso anche in Inghilterra e Australia.

Wine o'clock oppure beer o'clock: un nuovo termine, inserito nel dizionario Oxford nel 2015, che indica l’ora esatta alla quale si dovrebbe iniziare a bere vino o birra. Secondo gli inglesi, per esempio, il wine o'clock ideale è verso cinque del pomeriggio.

Foodspo: ha sostituito il vecchio "food porn", ovvero la mania di fotografare ciò che si mangia, per poi postare gli scatti sui social e in particolare su Instagram. E il fratello di inspo, che in linguaggio web abbrevia ispirazione.

Zarf: un collare di cartone messo intorno a una tazza di caffè per proteggere le mani dal calore. Entrato nel linguaggio moderno, zarf è in realtà un’antica parola araba che indica un supporto ornamentale per le tazze senza manico. E’ stato aggiunto nel 2015 nell’Americam Heritage Dictionary.

Cristiana Cassé
13 gennaio 2016




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