I ristoranti usano un criterio estetico di selezione dei clienti piuttosto rigido: i più belli, esposti in bella vista – e con bella vista – nei tavoli migliori; i meno attraenti nascosti, di solito vicino ai bagni o alle cucine. É ciò che succede, senza dubbio e senza pudore, almeno Oltremanica.
La “orrenda verità” è venuta a galla all'inizio del mese grazie a un documentario in quattro parti chiamato “Trucchi del mercato della ristorazione”, trasmesso sul britannico Channel 4 a partire dalla prima settimana dell'anno.
Il “trucchetto” – e non stupisce – riguarda in particolar modo i locali d'alto bordo, o comunque quelli che vantano clientela – e prezzi – di lusso. Soprattutto nelle grandi città, prestigio&discriminazione paiono andare al ristorante a braccetto.
Secondo alcune fonti, i produttori del documentario avrebbero cercato prova di questo sospetto inviando quattro modelle in vari ristoranti “in” di Londra. Bingo: le modelle sono state inesorabilmente scortate verso i “tavoli d'oro” vicino alle finestre. Negli stessi posti si sarebbe recato poi Adam Pearson, uno dei principali conduttori del programma, affetto da neurofibromatosi, una malattia che gli ha deformato il viso con tumori benigni fibrosi. Pearson e il suo accompagnatore sono stati regolarmente fatti accomodare in posti ben nascosti. O addirittura respinti, con l'ovvia scusa del “tutto prenotato”.
Simon Rimmen , celebre chef, ospite del programma, ha confermato: ogni ristorante, almeno tra quelli di lusso, ha un “tavolo d'oro” (“golden table”) dove vengono accompagnati i clienti più belli. Con l'idea che attraggano altri clienti, e facciano dunque alla fine guadagnar più soldi al locale. Una sorta di pubblicità gratuita, sostanzialmente, e infatti proprio in vetrina i bei clienti vengono esposti.
Alcuni proprietari e lavoratori dei ristoranti lo hanno ammesso: belli da una parte, brutti dall'altra (il più in ombra possibile, o direttamente scartati). E la pratica non riguarda solo la capitale inglese. Un paio d'anni fa lo stesso, identico, scandalo era scoppiato a Parigi, quando due ristoranti alla moda erano stati accusati proprio di assegnare i tavoli ai clienti in base a una scala di valutazione estetica. E nel nostro Bel Paese?
Carola Traverso Saibante
27 gennaio 2016