Pasta, amata pasta. Un grande amore quello tra gli italiani e il loro piatto preferito, divenuto nel tempo anche un alimento molto diffuso nelle tavole del mondo. Ma l'Italia è la sua patria e di certo come la facciamo noi non la si trova da nessuna parte. Da Nord a Sud nelle sue mille varietà può davvero essere considerata patriomonio dell'Umanità. Stupisce, crea dipendenza ed è sempre la miglior soluzione quando non si sa proprio che cosa cucinare.
Gli italiani consumano ben 26 kg a testa di pasta l’anno. Un'industria con la I maiuscola che ha fatto volare in alto il sistema produttivo. Negli ultimi anni si è visto crescere la richiesta di formati nuovi e insoliti che hanno conquistato anche il palato degli amanti della pasta “tradizionale” . Infatti accanto ai paccheri, agli spaghetti, fino alle linguine, sono aumentate le vendite di tortiglioni e riso di semola, un formato nato qualche anno fa dal desiderio di poter preparare una pasta “risottata” seguendo le modalità di cottura proprie di un risotto. Sicuramente gli spaghetti al pomodoro continuano a essere il piatto più amato: mangiarne un buona porzione non è più solo una moda della buona cucina italiana, ma è diventata un trend mondiale. Pasta al forno, pasta alla norma, pasta alla gricia, carbonara, amatriciana ma anche pasta e ceci, pasta e fagioli... quanta fantasia, quanta varietà dietro a questi piatti con cui sbizzarrirsi all'ordine del giorno.
In questo ultimo anno, con la pandemia la vendita della pasta è clamorosamente aumentata. Un dato sorprendente è stato quello dei primi mesi del 2021, dove le vendite sono aumentate dell’11% a volume, passando da 13,1 milioni di kg a settimana di febbraio fino a stabilizzarsi a 14,6 milioni di kg a settimana negli ultimi giorni di marzo, record da inizio anno. Secondo Unione Italiana Food, “si conferma anche nel 2021 la tendenza che nel 2020 ha portato 50 milioni di confezioni di pasta in più nelle dispense degli italiani".
La pasta non cotta, infatti, risulta poco digeribile e questo potrebbe provocare problemi digestivi. Una via di mezzo, tra la pasta non cotta e quella al dente, è la pasta al chiodo. Una cottura molto al dente che prevede la scolatura quando la pasta è ancora in parte cruda al centro e oppone una certa resistenza al taglio. Generalmente questa cottura è usata quando è prevista una mantecatura in padella o al forno di qualche minuto. La pasta, infatti, completerà la cottura in padella insieme al suo condimento. Il grado cottura della pasta cambia anche in base al proprio gusto e alle abitudini e si può dire anche in base alla cultura. Diifficilmente all'estero la si trova al dente. Infatti se si è abituati a mangiare una pasta molto cotta, quella al chiodo sembrera veramente immangiabile. Bisognerebbe abituarsi, piano piano, dosando la cottura giorno per giorno
Se si è abituati a mangiare una pasta molto cotta, quella al chiodo sembrerà immangiabile. Bisognerebbe inziare gradualmente a cambiare tipo di cottura, diminuendo gradualmente i minuti.