Panettoncini da 100 grammi venduti a sei euro l’uno perché proposti in una raffinata confezione regalo che, rivela l’azienda produttrice, costa persino più del panettone stesso. Infatti per lo stesso dolce realizzato dalla medesima azienda, proposto però in un semplice sacchetto trasparente, si spendono meno di due euro. È solo uno dei tanti esempi degli effetti del marketing applicato al dolce di Natale preferito da 81 italiani su 100, soprattutto adulti, come rivela una ricerca condotta per conto dell’Unione Italiana Food, l’associazione che riunisce i maggiori produttori di lievitati da ricorrenza.
Perché nel caso del panettone, la cui ricetta tradizionale è riconosciuta e tutelata da un decreto del 2005, la confezione fa spesso la differenza, almeno agli occhi del consumatore. Ecco perché, oltre a moltiplicarsi le varianti di gusto e di ricette (ci sono produttori che realizzano circa 750 tipologie diverse tra panettoni e pandori), anche le confezioni sono sempre più diversificate. Infatti la tendenza è quella di presentare il panettone da Gdo come un prodotto artigianale, in modo da giustificare un prezzo più alto. Per riuscirci si ricorre a confezioni da pasticceria con carte pregiate, fiocchi e legature vistose, spesso sottolineate dalla dicitura “incartato a mano” posta in bell’evidenza sull’etichetta. Ma non sempre a questo contenitore prezioso corrisponde un contenuto di qualità superiore, anche se spesso il prezzo è ben diverso nonostante il dilagare delle promozioni, per cui la metà panettoni acquistati nella Gdo viene comprato quando è in offerta.
Facciamo una doverosa premessa: i produttori di panettoni arrivano da un 2022 molto difficile, perché caratterizzato dalla penuria di alcuni ingredienti e dai loro maxi rincari (in particolare per zucchero e burro), a cui si sono aggiunti i maggiori costi dell’energia e degli imballaggi. Ma la ricetta del panettone non ammette deroghe: la legge obbliga a usare solo uova fresche e burro e fissa le quantità minime di alcuni ingredienti, come burro (16%), uvetta e(20%) e canditi (20%). Non potendo limare sulle quantità i costi di produzione sono aumentati. E anche i prezzi di vendita.
Risultato: in 12 mesi i prezzi al pubblico sono cresciuti in media del 35% (fonte NielsenIQ). A inizio ottobre 2023 il panettone venduto in Gdo costava in media 6,57 euro al kg contro i 4,87 euro dello stesso periodo del 2022. Ma i rincari non hanno colpito in modo uguale tutti i panettoni: a rincarare di più sono stati da 650 grammi di peso (+187%) e quelli da 830 grammi (+116%).
Il mondo dei panettoni vanta una delle offerte più ampie di tutto il settore alimentare: nella Gdo si contano oltre 40 formati diversi, che vanno dai mignon da 20 grammi ai maxi panettoni da 6 kg. Negli ultimi anni il loro numero è addirittura aumentato, anche per effetto della famosa “shrinkflation”: visto l’aumento dei costi di produzione, per mantenere il prezzo finale a un livello interessante per il consumatore i produttori hanno messo a dieta il panettone, riducendone il peso. Verificarlo è semplice: anche se il volume della confezione è rimasto invariato, quello classico da 1000 grammi spesso pesa 950 o 900 grammi. Ecco perché non basta limitarsi al prezzo a confezione ma occorre verificare quello al kg, che dev’essere indicato nel cartellino esposto sullo scaffale oppure nella scheda di prodotto se si fanno gli acquisti online. Le scoperte potrebbero essere molto interessanti: ad esempio, i panettoncini da 100 grammi hanno un prezzo al kg superiore a 12 euro contro i 5 euro/Kg di quelli che pesano 850 grammi. Il costo maggiore per grammo di prodotto va ai panettoni mignon da 20 grammi di peso, quello minore a quelli da 6 kg.
Un esempio pratico: il Panettone Classico Bauli da 1 kg viene venduto a 6 euro/kg che diventano 14 euro/kg per la versione mini (90 grammi), dove peraltro ci sono minori quantità di ingredienti pregiati, come l’uvetta sultanina e le scorze d'arancia candite, come si scopre nell’elenco degli ingredienti.
Manuela Soressi
novembre 2023
