Per simbiosi si intende un’associazione tra più individui da cui ognuna delle parti trae beneficio.
L’Agricoltura Simbiotica - detta anche ecosimbiotica - punta sul rispetto della simbiosi tra terra, animali e uomo, considerando attentamente la grande varietà microbiologica presente nei terreni, ricchi di milioni di organismi che tutti insieme costituiscono il biota microbico, fondamentale per soddisfare le esigenze delle coltivazioni, nell’ottica del costante aumento della domanda di cibo da produzioni etiche e sostenibili.
Il suolo è un organismo vivente
Questo innovativo sistema di produzione agroalimentare certificato sfrutta i benefici della relazione tra tutti i microorganismi che popolano un terreno (cioè il biota microbico) e i vegetali che vi crescono, mirando così a ripristinare, mantenere e migliorare la biodiversità del suolo. Viene studiata in particolare la rizosfera, la porzione di terra che circonda le radici delle piante, ricca di microrganismi che operano in concerto con le piante, sostenendone il vigore e la salute e permettendo la produzione di frutta e verdura di qualità, che a loro volta beneficiano l’uomo.
Sotto la superficie
Questo sistema di produzione utilizza tecniche agronomiche non invasive che prevedono di arricchire il suolo con funghi, batteri “benevoli” e minerali zeolitici (una famiglia di minerali con una struttura cristallina molto aperta) con l’obiettivo di stimolare la ripresa della biodiversità e favorire la vitalità dei microorganismi del terreno.
Attraverso il rafforzamento delle radici delle varietà coltivate (foto sotto, la differenza tra le radici da una coltivazione ordinaria/sin e quelle da agricoltura simbiotica/dx), per garantire loro una maggiore resistenza all’azione degli agenti esterni: una protezione naturale che permette di fare a meno dei prodotti chimici, oltre ad aumentare la fertilità del suolo. Come? Con l’inoculazione di un biota microbico, frutto della ricerca biotecnologica italiana, insieme al letame, che è l’unico fertilizzante previsto. Ne risulta un sistema complesso, con le piante all’interno di una vasta rete cooperativa, che sarebbe per gran parte resistente alle malattie e in grado di autocurarsi.
I benefici principali riguardano suolo, piante e ambiente. Il suolo risulta più sano, fertile e pulito; le piante sono più resistenti alle malattie e capaci di assorbire quantità maggiori di sostanze nutritive, rivelandosi nel contempo meno bisognose di acqua e di trattamenti; l’ambiente infine ne beneficia perché questo modello consente al suolo sano di trattenere più anidride carbonica (CO2).
Benefici che si trasmettono a frutta e vedura coltivate – e quindi all’uomo – secondo i principi dell’Agricoltura Simbiotica.
Un esempio premiante
Sono le risaie a terrazza Honghe Hani (foto in apertura) nella contea di Yuanyang, provincia dello Yunnan in Cina, Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 2013. Spettacolari terrazze scendono a cascata dalle pendici delle imponenti montagne Ailao fino alle rive del fiume Hónghé (il Fiume Rosso); la contea di Yuanyang si trova a un'altitudine che va da 140 mt lungo l'Hónghé fino a quasi 3000 mt sul livello del mare, nei Monti Ailao. Basato sul rapporto simbiotico fra piante, animali e uomo, il sistema Hani si auto-riproduce di stagione in stagione, forte anche di una profonda tradizione socio-culturale di sacralità della natura. Secondo l'osservatorio dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura in Cina, le terrazze di Honghe Hani siano un esempio di civiltà agricola perfettamente simbiotica, creata dai lavoratori locali.
Un modello sostenibile
Un esempio di pratiche agricole destinate alla cura del suolo e capaci di migliorare tutta la filiera produttiva che ha già iniziato a interessare piccole e medie aziende della filiera agricola italiana. “Ciò che mangiamo è strettamente legato alla terra e al nostro secondo cervello: l’intestino - spiega Sergio Capaldo, Fondatore del consorzio La Granda e ideatore della Certificazione Agricoltura Simbiotica - e poiché un suolo in salute produce piante più forti e sane, queste tratterranno più carbonio nel suolo, saranno più resistenti allo stress idrico, alle malattie e meno bisognose di trattamenti, con conseguenti benefici per l’ambiente, per gli animali e per l’uomo. La simbiosi è il più grande successo di relazioni e collaborazioni tra microbi, microfauna, funghi e piante”.
“L'Italia agricola del cibo è costituita da una moltitudine di piccole e medie aziende. Questa frammentazione deve essere vissuta come una forza distintiva del nostro Paese, nonché la conseguenza inevitabile della biodiversità dei nostri territori – commenta Nicola Farinetti, amministratore delegato di Eataly, dove da tempo sugli scaffali è possibile trovare i primi prodotti di eccellenza certificati Agricoltura Simbiotica (foto sopra) – Abbiamo accolto questo nuovo modello agricolo con entusiasmo, credendo che il piglio pionieristico degli attori più piccoli della filiera possa contagiare i più grandi, contribuendo ed elevare gli standard produttivi, la qualità dell’ambiente e della nostra alimentazione”.
“Nutrire il pianeta garantendo a tutti un cibo buono, pulito e giusto è possibile solo ripartendo dalla biodiversità e invertendo un modello di produzione che ha generato disastri ambientali e sociali - sono le parole di Serena Milano, direttrice di Slow Food Italia – Ma la biodiversità poggia su un fondamento imprescindibile, il suolo. Questa consapevolezza è l’anello di congiunzione fra Slow Food e l’agricoltura simbiotica ed è il filo conduttore dei progetti realizzati in collaborazione e con il sostegno di Eataly. In particolare, con una iniziativa che ha l’obiettivo di salvare i prati stabili, cioè quei prati naturali ricchi di biodiversità che purtroppo stiamo perdendo. Da un lato, il progetto valorizza il latte e i formaggi degli animali allevati grazie a pascoli ricchi di essenze, dall’altro, accompagna quegli agricoltori di pianura che rigenerano terreni sfruttati, ripristinandone la biodiversità.”
A cura della redazione
aggiornato aprile 2023