E se tu fossi un bell’uomo dallo sguardo vivo e il fisico atletico seppur non torreggiante? E ti chiamassi Altobrando? E se tu giovane donna promettente ti chiamassi Veneranda o Genuflessa o Incatenata? E se tu carota non fossi una banale carota ma una “Carota ammiccante rivestita di glassa”? I nomi c’inchiodano, ci condizionano, ci distorcono, c’ipnotizzano, ci seducono. Parlando di verdure, possono fare la differenza su quante ne mangeremo.
Gli adulti con le verdure sono molto più simili ai bambini di ciò che possiamo credere: tendenzialmente non sono attratti. Uno studio scientifico ha dimostrato che etichettandole con nomi seducenti e lascivi la scelta ricadeva su di loro molto più volentieri...
La ricerca è stata condotta dalla Stanford University, Usa, e pubblicata il mese scorso sulla rivista medica Jama. A laboratorio è stata eletta una mensa universitaria, frequentata da circa 600 persone a pasto. Per un intero quadrimestre agli avventori veniva proposto ogni giorno un piatto di verdure chiamato però in quattro modi diversi, ovvero quattro nomi per una sola ricetta. Dalle rape alle patate, dai fagiolini agli zucchini, tutte le verdure sono state coinvolte nell’esperimento.
I nomi rientravano sempre in quattro categorie: basico – per esempio “carote”; salutista-restrittivo – per esempio “carote con salsa agrumata senza zuccheri”; salutista-positivo – per esempio “brillante scelta di carote agrumate ricche di vitamina C”; voluttuoso – per esempio “carote avvinghiate a una salsa agrumata”.
Ebbene. Indovinate quali nomi sono risultati i nomi vincenti? Quelli che seducono, ovviamente. I piatti proposti con nomi voluttuosi hanno mediamente riscosso il 25% del successo in più di quelli chiamati con il loro nome basico, ben il 41% in più di quelli a cui era stato affibbiato un nome salutista-restrittivo (categoria di nomi che i consumatori non hanno affatto apprezzato) e il 35% in più di quelli salutista-positivo.
“I nomi possono davvero condizionare la nostra esperienza sensoriale – ha spiegato Brad Turnwald, uno dei ricercatori, alla BBC – per questo abbiamo voluto rimodellare il modo in cui le persone percepiscono le verdure dando loro un nome diverso”. Ironicamente – fanno notare i ricercatori – se l’aumento dei tassi d’obesità è all’origine del diffondersi delle proposte di cibi sani come le verdure, fare riferimento alle proprietà salutistiche di tali cibi risulta controproducente. La gente associa infatti il cibo sano a minor gusto. Mentre un nome voluttuoso promette sicuramente più gusto…
Carola Traverso Saibante
settembre 2017